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Discussioni su Henry Lee Lucas: serial killer... serial liar - Film (2009)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/04/20 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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    Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 2/04/20 10:16
    Consigliere - 27447 interventi
    Michael Feifer mi stà pure simpatico, almeno per quel gustoso slasher che è The Graveyard, poi specializzatosi in "true crime movie" (Bundy, Dennis L. Rader, Ed Gein, Albert De Salvo, Richard Speck e, appunto, questo Henry Lee Lucas), un pò come le ultime derive lommeliane e Chuck Parello, per finire a dirigere film con i cani "parlanti" e commedie natalizie per famiglie.

    Non tiro in ballo John Mc Naughton perchè sarebbe impietoso, ma questa "nuova" versione delle gesta di uno dei serial killer più famosi (e feroci) d'america, non si avvicina nemmeno per scherzo al brutale reso conto fatto da Mark Blair nel 1985 (Confessioni di un serial killer).

    Manca tutto quello che non dovrebbe mancare in un film incentrato sulle imprese di un killer seriale (e soprattutto in una figura come quella di Henry Lee Lucas) e cioè il luridime, la zozzeria, la cattiveria il disagio e la "sporcizia", la profanazione delle vittime, l'accanimento omicida e la morbosità.

    Feifer butta giù un ritratto omicida tutto sbagliato (a partire da Sabato jr, troppo belloccio e macho per essere credibile nei panni di Henry, e non basta appiccicarle addosso un occhio "sifolo" per far si che assomigli a Lucas, per continuare con Ottis che pare un buzzurro belluino e un bullo campagnolo, fino a Becky, tanto oca quanto totalmente ignorante e insopportabile, spacciando una palese 25 enne per una 14 enne), di chiara impronta televisiva, con una regia statica e senza nerbo, una superficilità da rasentare l'amatorialità, fino alle imprese criminose del trio, che non incindo, non colpiscono, lasciando totalmente indifferenti (a volte si ha come la fastidiosa sensazione di assistere ad una parodia).

    Necrofilia, misoginia, stupro, infanzia abusata, tutti elementi presenti ma mal sfruttati, buttati lì senza convinzione e nessuna partecipazione, che non creano nessun tipo di empatia, che scivolano addosso come nel più banale tv movie.

    Imperdonabile, poi, alcune scelte narrative e visive, che traghettano il film verso una sottospecie di pseudotarantinata (la fotografia desaturata peggio di uno spot, i tre sulla strada, le immagini sfocate e la canzoncina rockeggiante di sottofondo) della peggior risma.

    Anche sul lato prettamente exploitation non è che le cose vadano meglio (nessuna concessione a scene violente o sanguinarie, e le parafilie malate vengono solo accennate e sfumate), da un risibile omicidio al cinema (Feifer omaggia pedissequamente L'angoscia?, però e sicuro che si autocita, il film proiettato sullo schermo altri non è che il suo Bundy), a ragazze rapite e fatte a pezzi (non si vede nulla, Feifer sfuma a nero), a casalinghe accoltellate e strangolate (un coltello piantato nella schiena e via), a autostoppiste bruttarelle violentate (il tutto è suggerito), strangolate con la cintura di sicurezza eppoi abusate da morte (l'atto necrofilo di Lucas è talmente sciapo e incolore che pare che lei stia dormendo), alle coltellate nella pancia che non smuovono nessuna emozione da tanto sono tirate via e indolori (la morosina di Henry, Becky), con Sabato jr che fuma una sigaretta dietro l'altra raccontando le sue imprese criminose al procuratore distrettuale.

    Anche i flashback dell'infanzia di Henry sono messi lì un tanto al kilo, con madre zoccola, dittartice, venale e violenta (comunque bravissima Caia Coley) che si porta in casa gli amanti e lo fa davanti a Henry e quando cambia malmena il povero ragazzino (non male quando lo manda a scuola vestito da bambina), fino al matricidio in età adulta. In mezzo il padre senza le gambe e Henry che si infilza l'occhio con un bastone e il dottore che le procura un'occhio di vetro.

    Poi l'adolescenza, con Henry che accoppa la fidanzita pudica, gironzola come un teppistello di borgata, fino alla fuga dal carcere che manco Una magnum per McQuade.

    Poi l'elettroschok e le scorribande criminose insieme a Ottis e Becky (ma l'apoteosi dello scult e quando Henry vuole portare, in uno slancio di romanticismo, Becky a Venezia, e lei non crede che esista, in Francia (sic!), una città costruita sull'acqua!), fino alla cattura e alla confessione di più di 3000 omicidi (Sono più famoso di Elvis e di Hitler (sic!)).

    Feifer cerca di essere il più aderente possibile alla biografia e alla "storia vera" di Henry Lee Lucas, ma dimentica tutto il resto, ovvero la visceralità e la brutalità che il (de)genere richiederebbe per colpire davvero.

    Sbagliando totalmente approcio (a cominciare dalla scelta degli attori), sorvolando sul degrado fisico e mentale e quel che è peggio sulle perversioni (il cannibalismo, la necrofilia, il sangue mestruale, i cadaveri smembrati sono solo accenati nei dialoghi, e il pessimo doppiaggio italiano , di certo, non aiuta). Risibile, poi, come Feifer voglia ritrarre Lucas sotto una luce "acculturata" e financo "romantica", nemmeno fosse un loser peckinpahniano.

    Resta ben poco, alla fine, la bravura della Coley come madre insensibile, megera e brutale (con velate sottotracce sadico/incestuose), Becky che giocherella con i suoi sandaletti con il tacco e qualche scorcio della suggestiva provincia americana (la casetta in mezzo al deserto, il rifugio del trio infernale). Curioso, poi, constatare come gran parte del cast faccia parte del giro di Feifer.

    Tutto il resto è paccottiglia messa insieme in fretta e furia, senza passione e senza alcun briciolo di carnalità sanguigna, omettendo tutto ciò che di mostruoso ha commesso la letale coppia omicida.


    Al massimo ripassarsi ancora una volta McNaughton e Mark Blair, per rendere vera guistizia cinematografica ad uno dei serial killer più complessi e feroci della storia americana.

    E' fatto bene, sì, sembriamo proprio noi due , ma alla fine Henry non mi uccide, io sono ancora quì che parlo con lei.

    Ottis Toole a Stephane Bourgoin (condirettore del dipartimento di scienze comportamentali) in carcere, dopo che quest'ultimo le aveva dato da vedere la vhs con il film di John McNaughton.
    Ultima modifica: 2/04/20 15:26 da Buiomega71