Pigro • 11/09/10 18:47
Consigliere - 1661 interventi Grazie per la segnalazione. In effetti, forse, sono stato un po' eccessivo con il "massacrati". D'altra parte so bene come sul maltrattamento degli animali nei film gli americani siano molto attenti, e quindi avevo immaginato che non ci fossero stati abusi.
Diciamo però che nel mio commento può restare l'ultima frase, intendendola come appunto fatto non tanto alla realizzazione del film (visto che nessuno ha massacrato veramente dei gatti), ma alla storia del film, che racconta in quel modo il massacro dei gatti. Un modo per me arbitrario come è arbitrario l'intero film (che io ho giudicato "inaccettabile vaccata"), nel senso che l'ho ritenuto puramente esibizionista di un modo provocatorio di concepire lo choc sul pubblico. Preferisco choc molto più sottili, di quelli che ti rimangono sottopelle per giorni e giorni, nati dalla necessità dell'autore di mostrare le proprie ferite interne e non da quella di stordire lo spettatore con prevedibili scene "forti". Le immagini di
Gummo, perfino quelle dei gatti, mi hanno solo fatto sbadigliare e annoiare.
L'ho anche scritto: dopo 5 minuti mi è sembrato di intuire che il regista avesse in mente le foto di
Diane Arbus, che io adoro senza mezzi termini. Alcune mi sembravano vere e proprie citazioni. Sì, ma Diane Arbus nelle foto ha mostrato il volto grottesco dell'America per esorcizzare il proprio spaventoso dolore interiore, che non a caso l'ha portata ben presto al suicidio, e quindi le sue foto non choccano né fanno ridere, ma riempiono di amarezza e senso di solitudine. Qui invece tutto rimane in superficie, perché si parte dalla superficie del voler creare situazioni a effetto, scopiazzando Diane Arbus senza capirla veramente.
Comunque, grazie davvero: la pagina che hai linkato è davvero molto interessante..
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