Buiomega71 • 2/08/11 12:22
Consigliere - 27111 interventiEsatto caro Markus. Ma meglio andare per ordine. Visto una quindicina di anni fà, dove l'avevo trovato noioso e datato. Visto ieri, me nè sono innamorato seduta stante! Parto da una premessa, se questo film ha 39 anni sul groppone, e non ha perso un grammo della sua inquietudine, qualcosa vorrà pur dire. Talmente angoscioso e ipnotico, che gli "animal attack" odierni le fanno una pippa!
Comincerei , appunto, dall'atmosfera, paludosa, inquietante, macabra e afosa. Quella villa tra le paludi(che chissà perchè mi veniva prepotentemente in testa la desolata magione dei Sawyer di
TCM), gli alberi e le paludi abbagliati da una luce innaturale, quasi surreale(immensa la fotografia di Mario Tosi, che non per nulla illuminerà la
Carrie depalmiana), il continuo gracidare delle rane, quasi ossessivo e disturbante.
Di conseguenza l'attacco, silente, strisciante, apocalittico, che fà della disfunzionale famiglia Crockett l'ambita preda.
Gli anfibi, i rettili, gli artropodi, infino i gabbiani(omaggio hitchcockiano) si accanisco senza pietà, intrappolando e fagocitando l'imbecillità umana.
Te li senti addosso, e le rane vigilano, comandano l'ultimo attacco all'umanità.
Altro punto al film è che lascia senza risposte. L'attacco si è esteso anche al di fuori? Perchè non si incrocia nessuna barca nel raggio di miglia? Perchè la donna che , nel finale, dà un passaggio ai sopravvisuti "non incontra una macchina da chilometri?". Che fine fanno la servitù e la modella di colore(Judy Page), una volta attaccata dai gabbiani sulla terra ferma?
La Irving, a caccia di farfalle, vecchia ritronata che pare uscita da
Baby Jane, dopo che ha fatto una puntatina nel mondo di
Oz, vagherà persa nelle paludi, tra serpenti a sonagli, e letali sanguisughe, in una scena macabro/grottesca che vale tutto il film.
La musica elettronica e rumoristica di Les Baxter, poi, accentua l'angoscia crescente(e farà poi scuola, da Tobe Hooper e Wayne Bell per
Non aprite quella porta, a Nickolas Pike per
Le colline hanno gli occhi, sino a Richard Einhorn per
L'occhio nel triangolo-che mi tornava alla mente durante la visione, stesso essenziale e scarno terrore). Buona la regia paratelevisiva di Mc Gowan, che dirige silente e sornione, come uno scafato maestro del genere(anche se c'è molta tv nel suo carnet).
Il sapore da horror settantesco impregna il film, Sam Elliot in canoa mi ricorda Adrienne King in
Venerdi 13, e quel gracidare ti rimbomba nel cervello.
ATTENZIONE SPOILER
Il finale è puro horror d'assedio. Lo sclerotico Milland in balia di rospacci e ranocchie, solo nella grande casa, il telefono squilla(ma chi c'è dall'altro capo se la linea era interrota già a inizio film?),le teste degli animali impagliati, che fanno bella figura nel salone, lo guardano minacciosi. Esterno della casa di notte, le luci si spengono(come in
Quella notte in casa Coogan). Dopo i titolo di coda una ranocchia animata fagogita una mano("Gulp!") La vendetta della natura si è compiuta.
FINE SPOILER
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