Pigro • 1/05/11 16:34
Consigliere - 1707 interventiPiù che esperto, sono uno spettatore per il quale questo film è stata una vera scoperta. Un paradosso del cinema: non vai per vedere ma per ascoltare, e però non si tratta di un radiodramma, ma di un flusso di pensiero che riguarda proprio la falsità delle immagini. Insomma, un perenne cortocircuito che diventa anche visivamente affascinante, grazie al blu ipnotico che accompagna tutto il film (che essendo un lungometraggio ha anche la sua discreta durata...).
Sembra una gran palla, ma se lo vedi/ascolti lasciandoti andare, scopri una diversa esperienza dell'essere spettatore di un film.
E poi, forse ti puoi fidare "alla cieca" (passami la battuta), visto che proprio ieri ho fatto un controllo delle "affinità" e ho scoperto che per i nostri gusti io e te siamo affini al 74%, quindi a meno che "Blue" non rientri nel 26% che ci vede di parere diverso, ci sono buone probabilità che la "scheggia impazzita" che vai cercando sia proprio questo film. Sempre che non ti aspetti una "scheggia impazzita" che già conosci, perché - e anche questo è importante - qui non c'è provocazione, ma solo il doloroso "testamento estetico" di un regista che ha fondato tutta la sua vita sul "vedere" e sul rappresentare, e che con la malattia che lo sta uccidendo è diventato cieco: la sua vita sta per finire e il segno più tangibile è la fine del senso della vista che è stato da sempre il suo perno, e in questa fine scopre che allora tutta l'immagine che era alla base del suo cinema ma anche della sua vita forse era solo un miraggio... Ti assicuro che è molto emozionante...
Pigro
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