Discussioni su Aristocrazia immorale - Film (1974)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/08/09 DAL BENEMERITO AAL
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Quello che si dice un buon film:
    Aal, Lucius
  • Non male, dopotutto:
    Faggi, Deepred89, Buiomega71, Rufus68
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Kinodrop, Trivex

DISCUSSIONE GENERALE

  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Lucius • 19/12/11 23:02
    Scrivano - 9063 interventi
    I distributori han pensato di proporlo come seguito de I diavoli di Ken russell, vista la presenza di Oliver Reed.Se proprio lo si voleva accostare ad un film di Russell, si poteva al limite citare Donne in amore.
  • Buiomega71 • 9/01/21 10:18
    Consigliere - 25934 interventi
    Fuori dalla Hammer quel che rimane è la paura 

    A tratti parecchio verboso e teatraleggiante, ma non esente da un certo fascino decadente (merito anche della immensa villa con parco enorme adibito a bizzarro zoo safari con tanto di leoni stile Il grande ruggito) e da un'atmosfera sordida e morbosa (una ben poco larvata omosessualità serpeggia per tutto il film, con il blasonato Gregory evidentemente attratto, anche sessualmente, dal carismatico e perverso maggiordomo Tom, come nella sequenza del massaggio o dell'umiliazione in salotto-preso per il collo-), nonchè da punte di notevole sadismo (i corpicini dei bambini che presentano lividi e segni di violenza).

    Per certi versi ricorda Malpertuis (i personaggi manovrati come marionette ai voleri di una divinità, in questo caso Oliver Reed, che non si capisce bene chi sia in realtà, se un sacerdote satanista, un magnetico manipolatore, o se realmente sia lui il Lord della blasonata dimora che si è divertito a scambiare i ruoli per misurare il suo potere), e verso il finale si ammanta di chiaroscuri "horror", con riti pseudosatanici sparati in rosso e sacrifici umani di innocenti, con cacce all'uomo casalinghe (Gregory preso nella rete come un animale che fugge in preda al panico) e mascherate pagane alla The wicker man con aggiunta di balzane danze tribali.

    Una specie di inserto orgiastico preso chissà dove (sembrerebbe la mano di Radley Metzger) che nulla c'entra con il film (si assiste, improvvisamente, a quasi tre minuti e mezzo di effusioni sessuali abbastanza ardite tra due donne e un uomo sul divano, close up su peli pubici femminili, mutandine sfilate, e carezze ardite, giochetti erotici col rossetto, di personaggi che non solo non appaiono nel film, ma totalmente  slegati al contesto) che hanno tutta l'aria di essere dei preliminari di qualche porno chic non meglio identificato, e che sono un pugno nell'occhio, perchè messi lì gratutitamente senza un contesto (in realtà Gregory e ospiti sono impegnati in una sfida alcolica, che ci azzecca poco con le gioie del sesso di gruppo).

    Tolto questo rimane un film che resta in un limbo, a metà tra un Harold Pinter andato in acido e forti suggestioni ancestrali, non pienamente riuscito (il finale ambiguo delude le aspettative) ma tenuto in piedi dal magnetismo di Reed e da un comparto femminile degno di nota (sensualissima Fiona Lewis-che canta pure-che mostra un florido e turgido seno, con vaghe somiglianze alla Cora di Karin Shubert e una Anna Gael che zoccoleggia abbondantemente sia con il criptogayo Gregory che con la servitù, lasciando che Tom le tiri pacche sul sedere e la limoni per bene. Mentre lascia di stucco la glacialità di Meg Wynn Owen, governante non proprio equilibrata, che spesso assume tratti inquietanti non dissimili dalla Franca Stoppi di Buio omega).

    Si avverte la mano letteraria e acculturata dello scrittore Andrew Sinclair, che appesantisce un pò il film, ma che riesce ad ammaliare (nonostante alcune cadute nella noia) in una strana e sospesa coltre oscura tra il gotico moderno, spizzichi sadiani, mefistofelici burattinai e odor di messe nere.

    Bislacco, ma pervaso da un aurea "maledetta" e perversa e dallo stile registico raffinato di Sinclair.

    Ovviamente i "diavoli" russelliani non ci azzeccano nulla.

    Produce, con sorpresa, il regista di La giustizia privata di un cittadino onesto.
    Ultima modifica: 9/01/21 15:25 da Buiomega71
  • Deepred89 • 9/01/21 18:12
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Premettendo che ancora non ho capito da dove provenga l'inserto citato da Buio in Homevideo (posso giusto affermare che non dovrebbe appartenere a nessun film importato dalla medesima distribuzione, la Ci.Si. di Righini, almeno nei film in cui essa appare sotto tale nome), mi permetterei di segnalare che il film, nella copia circolata nelle sale italiane, si intitolava soltanto Aristocrazia immorale (il titolo I diavoli 2 si trova tra parentesi su Italia taglia in quanto titolo provvisorio). In seguito un fotogramma del vero titolo italiano, da copia d'epoca.

    Ultima modifica: 10/01/21 08:21 da Zender