Una donna per tutti - Film (1991)

Una donna per tutti

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Tutti i commenti e le recensioni di Una donna per tutti

TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/14 DAL BENEMERITO PANZA
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Panza 4/07/14 22:27 - 1930 commenti

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Sembra che abbiano preso due film diversi, li abbiano accrocchiati e che poi abbiano realizzato un'orrenda cornice per creare un terzo film. Per far capire il livello del film basti pensare che è ambientato in America ma al mercato (chiaramente uno rionale all'italiana) si sente parlare, nelle voci fuori campo, di "lire"). Inoltre il tribunale è chiaramente una villa o un hotel. Le due storielle, oltre a essere banalissime, hanno momenti dilatati come le scene carcerarie e quelle del party. Assurda Malù come novella Ally McBeal. Musiche fastidiose.
MEMORABILE: Nei credits il montatore usa lo pseudonimo "Joe Tozzo"!

Daidae 24/03/18 23:12 - 3341 commenti

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Da perdonare in parte vuoi per la bella Malù che è sempre un piacere vedere, vuoi per le geniali trovate. Il film ha inizio in una villa di campagna elegante e in pietra che sarebbe un tribunale! Il processo, in quanto a ridicolaggine e lontananza dalla realtà, è secondo (o forse è alla pari) solo a quello visto su Vigilante. La recitazione è quella che è, e trattandosi di un erotico spinto non ci si può aspettare chissà cosa. Da vedere se si cerca un film allegro dove il realismo non è il piatto forte.
MEMORABILE: La giuria (due o tre persone) si ritira per discutere... dopo neppure un minuto i giurati hanno già deciso e rientrano in "aula".

B. Legnani 19/06/16 02:58 - 5661 commenti

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Film fatto davvero con poche lire, con ambientazioni assai poco credibili. D'altra parte l'obiettivo del film era mostrare nuda Malù il più possibile, non certo dare al dibattimento penale o alle sentenze un qualcosa di giuridicamente decente. Ambientato in Nord America, ma si vedono automobili targate Genova e Roma... Qua è là molto trascurato, ha però qualche momento decente nella parte carceraria. Insalvabile, in ogni caso.
MEMORABILE: L'incredibile esposizione del Pubblico Ministero.

Cotola 19/06/16 23:41 - 9530 commenti

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L'incredibile esiste e si palesa sin dai primi metri di pellicola: quello che è evidentemente un albergo, viene spacciato per un tribunale dove si svolge uno dei processi più incredibili della storia del cinema. Ho detto cinema? Mah! Si va oltre qualsiasi idea di grammatica e stile tanto che è difficile giudicare "opere" del genere poiché significherebbe porle sullo stesso piano delle altre che pur brutte, possono comunque ascriversi al campo della cinematografia. Significa dare loro lo status di film che forse non meritano. Storia soft-core ripetetiva e noiosetta, ma a tratti si ride.

Markus 20/06/16 11:21 - 3762 commenti

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Divertente messinscena con processo e carcere in un... elegante casale di campagna! La vicenda conduce per mano il povero spettatore ad approfondire il dramma di Malù diviso in tre blocchi di film (di cui il più spassoso quello centrale ambientato in una cella con delle detenute a dir poco sui generis), ma appare evidente che è tutto un collante tra una scena erotica e l’altra. Si ride e, nell'occasione, si assiste al felice panorama delle generose forme burrose della protagonista.

Carlitos 18/09/21 14:35 - 43 commenti

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“Esilarante” film con un Fanetti alle prime armi nelle vesti di regista. La trama usa principalmente il pretesto di un processo che vede partecipe “l’avvocato” Malù per narrare una serie di stupri che la nostra protagonista ha subito negli anni. I fatti vengono raccontati tramite un’esasperante analessi, interpretazioni e finzioni che sublimano l’orrido (degno di nota il rustico casolare spacciato per un improbabile “tribunale”) e fotografia da telenovela. Musiche elettroniche senza infamia e senza lode. Pessimo come film erotico, perfetto per farsi crasse risate con amici.
MEMORABILE: Le scene del processo con tanto di improponibili magistrati e una giuria piuttosto inverosimile; Il cameo di Luigi Soldati.

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    Se la cover dell’edizione VHS Kineo attribuisce (erroneamente) la musica al duo Rustichelli-Curti, va tuttavia riconosciuta la paternità della colonna sonora al campano Ubaldo Continiello, come del resto fanno fede i titoli di testa (con l’abituale pseudonimo “Serfran”) e la dichiarazione a nome del musicista suddetto in Archivio Opere S.I.A.E.