The human voice - Corto (2020)

L'arte di arrangiarsi del primo anno di Covid porta il duo Almodóvar - Swinton a giocare sul minimalista: un lungo monologo telefonico di una donna di mezza età sedotta e bidonata con scenografie artistoidi a fare da sfondo. Ci si infastidisce, si sorride con sarcasmo, tutto tranne l'empatia: forse involontariamente, l'eroina di Almodóvar, è - tolte Alex Forrest, Annie Wilks e altre colleghe - l'incubo peggiore che un uomo possa trovare sulla propria strada, un concentrato di disagio e pesantezza dal sapore melodrammatico che intriga nel suo eccesso. Un corto basico, ma interessante.

Difficile raccapezzarsi fino in fondo, se non addirittura essere indulgenti con i sovratoni melodrammatici di questo estetizzante corto almodóvariano se non si conosce l'opera teatrale di Cocteau, a suo tempo già fonte primaria d'ispirazione per Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Qui il gioco metacinematografico è più esplicito, la cura del contenitore portata alle estreme conseguenze (un paio di inquadrature ingenerano addirittura il sospetto che possa trattarsi di rèclame mascherata) e l'istrionismo della Swinton, nel bene e nel male, totalizzante: prendere o lasciare.