The house of darkness - Corto (1913)

Ospite di una clinica per disturbi mentali, sfugge alla sorveglianza minacciando la moglie del primario; il suono del pianoforte lo riporterà alla calma. Questo corto dell’officina Biograph può esser fatto rientrare nella sezione dei “melò educativi” della filmografia griffithiana, scontando una fisiologica tendenza al pressapochismo (nello specifico la sopravvalutazione della coreutica a scopi “medici”). Cinematograficamente molto curato (sempre “profondo” il b/n di Bitzer) e ben recitato, soprattutto dal “lunatico” Mailes. Lil Gish è la nurse al piano.

Un modo un po’ bizzarro per introdurre al grande pubblico la musicoterapia psichiatrica: un pazzo fugge dal manicomio ma ascoltando qualche accordo di pianoforte si calma e alla fine rinsavisce. Curioso corto di fiction con velleità divulgative sulle nuove frontiere terapeutiche della musica: e forse è proprio questa tensione quasi didattica a ingessare il racconto, privo di veri sussulti e drammaticità, e con snodi narrativi piuttosto sbrigativi. Interessante solo per capire come si è evoluta la rappresentazione della psichiatria nel cinema.