Svaniti nel nulla - Miniserie TV (2021)

Svaniti nel nulla (miniserie tv)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Partendo (tanto per cambiare) dalla scomparsa di una donna, l'intreccio di Harlan Coben ci porta a seguire una fittissima serie di incroci tra personaggi le cui vite vengono prese in esame dal 1995 al 2020 attraverso l'ormai usuale gioco di rimbalzi temporali. Se però una volta di più c'è da stupirsi di fronte alla capacità dell'autore di dar vita a una vicenda tanto intricata unita da collegamenti contorti in un primo momento impensabili in cui tutto o quasi torna, si rileva in questo caso una meccanicità piuttosto fastidiosa, portata alla luce da una regia non in grado di creare l'atmosfera necessaria ad ammantare il tutto di quel clima di mistero...Leggi tutto che possa dissimulare parzialmente l'artificiosità dell'intreccio. Perché è chiaro che si viaggia sempre ai confini dell'improbabile, negli snodi chiave. L'apertura è di notte a Nizza (città che rappresenterà lo scenario maggiormente utilizzato), nel 2010, quando nell'ampio giardino di una villa vediamo un uomo inseguirne un altro sparando. Nella piscina il cadavere della giovane Sonia (Marillier), nel vicino molo la conclusione della fuga di uno dei due, che si getta in acqua raggiunto dai colpi di pistola dell'altro. Era Fred Lucchesi (Duvauchelle), fratello del più giovane Guillaume (Oldfield), che ritroveremo dieci anni dopo al lavoro presso un ente dedito al recupero dei ragazzi di strada. Vive da due anni con Judith (Harzoune), la quale tuttavia scompare all'indomani del funerale della madre di Guillaume e dopo che quest'ultimo le aveva appena chiesto di sposarlo. Un autentico dramma per il giovane, totalmente assorbitone e deciso, con l'aiuto di un amico e collega (Gouix), a capire dove Judith sia finita. Una caccia che porterà i due fino a Barcellona mentre nel frattempo la storia comincerà sempre più a dividersi in segmenti di diversa durata studiati per portarci a conoscere lentamente il passato dei protagonisti. Non ci si limiterà però solo all'iniziale alternanza tra 2010 e al 2020, perché in breve - sempre introdotti da didascalie che specificano luogo e data - si moltiplicheranno i salti intermedi (e pure antecedenti il 2000) permettendo alla vicenda di ramificarsi col rischio di far perdere la testa a chi segue. E poiché possiamo dire che molte di queste microstorie non avranno alcuna influenza se non marginalissima nello svolgersi dell'intreccio principale, ci si chiede perché avergli concesso tanto spazio: va bene voler costruire un retroterra che dia spessore ai personaggi, ma così facendo si confondono le acque al punto da rendere faticosa la comprensione dell'insieme. Anche per questo - e per il carisma non sensazionale del protagonista - riesce difficile lasciarsi coinvolgere appieno dalla serie; il soggetto poi è sì curato in molti dettagli ma meno incisivo del previsto, ruotando intorno ai soliti giri di droga adattati al plot relativo all'immancabile scomparsa misteriosa. Detto di un cast più anonimo dello sperato, si può notare come ogni puntata sia introdotta dal nome di uno dei personaggi, cui viene dedicato un approfondimento specifico. Non sempre saranno approfondimenti importanti (si divagherà comunque spesso, dai propositi iniziali) ma rappresentano almeno il tentativo di dare organicità e un filo logico alla frammentatissima narrazione. L'asetticità della confezione (anche la fotografia dai colori accesi è un po' piatta) non depone a favore della serie, che quindi nel suo complesso non può dirsi riuscita come la maggior parte di quelle tratte da Coben (senza dover citare l'apice, rappresentato dal SUBURBIA KILLER di Oriol Paulo). Resta comunque un discreto intrattenimento, una sfida costante a riordinare mentalmente l'accaduto e le vicende contingenti in attesa che il finale ci porti a capire se avevamo azzeccato la soluzione o meno. Curioso che la defunta Sonia e sua sorella cresciuta siano interpretate dalla stessa attrice, costretta a dover ripetere a chi incontra "Sì lo so" quando le fanno notare l'estrema somiglianza con la sorella.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/09/21 DAL DAVINOTTI
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Ira72 10/05/22 14:32 - 1305 commenti

I gusti di Ira72

Francamente deludente, sia per la sceneggiatura più convenzionale (e prevedibile) rispetto ad altri intrecci di Coben, che per il cast (insipidino). Per non parlare dei continui sbalzi temporali utilizzati in modo eccessivo e snervante. Ai quali si aggiunge anche la duplice location (Francia e Italia). Insomma, potrebbe valerne la pena se si dovesse raccontare chissà quale storia intrigante (come nelle avvincenti mini serie precedenti e The stranger). Ma non è questo il caso. Certamente superiore ad altre fiction televisive che circolano a frotte, ma perdibile.

Cotola 26/01/23 22:34 - 8998 commenti

I gusti di Cotola

Ancora una serie-tv tratta da Harlan Coben, stavolta però dai risultati non particolarmente riusciti. Ciò avviene probabilmente a causa di una storia non poi così interessante e coinvolgente nonostante i colpi di scena, anche grandi, non manchino. Ma alla fine ci si emoziona poco e nemmeno il finale, troppo affrettato e "ottimistico", riesce a soddisfare pienamente. Non brutto ma, pur con i suoi perché, abbastanza mediocre.

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  • Curiosità Fedemelis • 10/11/21 08:05
    Fotocopista - 2137 interventi
    Nei passaggi temporali tra il 1997 e il 2020, il regista fa indossare al protagonista due diverse maglie della A.S. Roma

    Nel 1997 una maglietta vintage realizzata nel 2009/2010 a rievocare quella anni 80:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images58/svan1.jpg[/img]

    Nel 2020 la maglia 2018/2019:

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