Rubber Johnny - Corto (2005)

Chris Cunningham e Aphex Twin (immagini e musica) fanno corpo unico in questo prodotto audiovisivo cupissimo e violento che come un temporale improvviso scarica acqua e fulmini inattesi e destabilizzanti in pochi minuti. Una visione notturna agl'infrarossi, sintetica, amara; illuminata da lampi stroboscopici nel parossismo techno-arcano della frenetica parte centrale. Stilisticamente è una sorta di matrimonio alchemico tra bassa definizione e alta definizione oltre che tra figure e suoni, tra spirito pop e attitudine (fermezza) sperimentale.

Un idrocefalo in carrozzella rinchiuso in cantina con un chihuahua è il protagonista di un cortometraggio/videoclip allucinato e disturbante, girato a infrarossi per convogliare su una visionarietà deformata e larvale la deformazione di una condizione ultra-estrema dal sapore post-lynchiano. Tra volontà oltraggiosa verso il trash e raffinatezza formale compositiva, si avvicendano inquietanti immagini, balli scatenati e deformi, immagini raccapriccianti e cupa claustrofobia con la musica di Aphex Twin. Allucinato.

Immagini sgranate in modalità visione notturna, pareidolici tratti somatici di un volto alieno, versi incoerenti che fanno eco a domande sobrie e precise, in un'intervista incubotica che prende le distanze dall'umana comprensione. Se l'incipit inquieta, ciò che segue shakera le meningi con la stessa veemenza con cui Johnny (davvero angosciante il make-up di Neill Gorton) sniffa la sua cocaina immaginaria. Acrobazie spasmodiche sulla sedia a rotelle, luci sparate come strali in una coreografia febbrile, volti maciullati sull'obiettivo: piccola chicca del body horror più intrippante.