Madre per soldi - Film (2017)

A volte sono gli attori (diciamo quasi sempre le attrici) a salvare questi tv-movie zoppicanti dal disastro, altre volte - ed è questo il caso - è invece il soggetto, studiato particolarmente bene in funzione di uno sviluppo armonico della storia che sappia offrire agli appassionati del genere un intreccio sufficientemente intrigante. In KILLER MOM siamo comunque in territori piuttosto insoliti, rispetto alla media circolante, dal momento che al centro della vicenda è una donna, Jessica (Cliche), con un obiettivo particolare: intascare l'eredità che sua figlia, adottata quando lei non aveva intenzione di tenerla, riceverà alla morte del padre (la madre già...Leggi tutto si è già spenta per malattia tre anni prima). Lasciata in braghe di tela da un marito affarista finito in carcere, Jessica raggiunge a Philadelphia la ragazzina, Allison (Martin), proprio quando un incidente aereo si è portato via suo padre lasciando lei e la sorella (Bliss Blanton) orfane nelle mani dell'avvocato nominato loro tutore (Long). Questi spiega loro che i soldi non arriveranno subito e prende atto del ritorno inatteso della madre biologica di Allison, che si mostra subito gentile e affettuosa. La piccola, che fino al giorno prima credeva di essere stata adottata e non certo di essere in realtà la figlia di una scappatella del padre (che aveva poi finto l'adozione), come si viene a sapere, si affeziona quasi subito a Jessica, mentre sua sorella non tarda molto a vedere del marcio nella presenza della donna, la quale intanto si fa sempre più invadente. Qui cominciano le indagini, condotte dalla figlia maggiore assieme al suo boyfriend (Hicks) e all'avvocato tutore, mentre la sempre più cinica e spietata Jessica, insieme al suo killer di fiducia (Flannery), non esita a far fuori chi si frappone tra lei e il suo obiettivo di tornare ricca e agiata come un tempo. Senza dire niente di straordinariamente nuovo, la sceneggiatura di John Serge (autore unico del copione) è calibrata nel modo ideale per inserire qualche discreta scena di suspense in una storia che offre una buona interazione tra i personaggi e soprattutto un filo logico da seguire portato in scena con estrema chiarezza. Non si avvertono forzature nel disegno dei caratteri e - al netto del solito hacker infallibile a cui pare non si possa fare a meno - ognuno di loro ha una propria personalità e si muove coerentemente al'interno di un intreccio svolto in modo lineare quanto impeccabile. Karen Cliche (uno sguardo killer che ne evidenzia la subdola ambiguità) gioca al meglio le sue carte su più tavoli, relazionandosi con ognuno dei componenti della famiglia e col suo “braccio armato” mostrando lucida perfidia, ma trova una sua bella collocazione anche Brad Long nel ruolo del tutore, esempio della cura riposta nel disegno dei personaggi; e se fotografia, musiche e tecnica di ripresa restano nell'anonimato canonico tipico del thriller televisivo, la regia orchestra con perizia il materiale a disposizione ottenendo un discreto risultato, limitato dai mezzi ma sommariamente gradevole. Il finale è un po' impacciato, goffo e l'immancabile "tre mesi dopo" chiude ingloriosamente, ma nel genere s'è visto decisamente di peggio.

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