Lowlife love - Film (2015)

Cineasta fallito, Tetsuo ruba la pensione all'anziana madre ed approfitta della scuola di recitazione per andare a letto con tutte le allieve aspiranti attrici: nessun dubbio che sia un mascalzone indolente eppure questo pigro Ed Wood nipponico dalla faccia di bronzo ceffonabile finisce per ispirare simpatia per la sua voglia di fare cinema nonostante ogni difficoltà, cercando soldi dove può e umiliandosi quando serve, mantenendo l'invidiabile capacità di credere ancora ai sogni, nonostante le mazzate, morali e fisiche, ricevute.

Il cinema nel cinema. Il cinema che racconta sé stesso. Il cinema che ragiona su sé stesso. Il cinema che si filma addosso. Il cinema che piange l'impossibilità di essere realizzato. Orgoglio indie vs. espansionismo major. Il meta qui, il meta là. Tirato a lucido con cera d'api e con tutto il suo bravo concorso di elementi ben giostrato, ma una sola è la parola: basta. Specie se si narra di un velleitario che pretende passione dal cast e poi la passione è la prima cosa mancante al film che lo narra. Qualcosina c'è: “Darsi al cinema è come innamorarsi di una troia”. Pochino, su 110'.