Lo sgarro - Film (1962)

Lo sgarro

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La nostra recensione di Lo sgarro

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Piccolo ma non disprezzabile film sulla delinquenza nella provincia campana, con un boss in occhiali neri e baffo tipico che terrorizza i contadini sfruttandone il lavoro e comprandone le bestie a prezzi ridicoli. Paolo, che torna al paese dopo due anni, è un giovane ambizioso e senza troppi scrupoli, pronto a rinunciare all'onestà e al rispetto della sua famiglia per mettersi in affari con il potente Dan Michele (il boss di cui sopra). La bella fidanzata che speranzosa l'aveva atteso ora lo disprezza, il padre onesto lo rinnega. Gerard Blain, quasi una sorta di Alain Delon in versione low-budget è sufficientemente convincente e il clima delle campagne tenute in scacco dal...Leggi tutto boss il cui solo nome induce all'omertà è reso con buon realismo. L'evoluzione della trama apparirà forse scontata, ma il finale offre invece una variazione sul tema non così battuta, che drammatizzata giustamente dalle cupe musiche di Gino Peguri conclude degnamente quest'opera misconosciuta che meriterebbe un briciolo di visibilità in più. Anche perché non solo il clima ma pure i personaggi sanno aggiungere credibilità alla vicenda. Non si cerchi l'originalità, beninteso, quanto invece una sincerità di fondo apprezzabile e una recitazione corale da ammirare, per un prodotto dagli scarsi mezzi. E' altresì interessante notare quanto la delinquenza non coinvolgesse e non coinvolga solo gli ambiti che il cinema ama portare in scena. Una storia di povertà.

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Tutti i commenti e le recensioni di Lo sgarro

TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/06/09 DAL BENEMERITO EZIOBANANA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/04/11
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Saintgifts 28/05/13 09:58 - 4098 commenti

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L'incipit con la "millecento" dei camorristi che passa veloce per le strade che attraversano i campi, riempendo di polvere i contadini che guardano silenziosi, fa capire molto bene quale sarà il tono del dramma che si svilupperà. Sorprusi, botte, umiliazioni, paura e omertà... nessuno osa contrastare il boss locale, che prega la Madonna di Pompei perché continui a proteggerlo. Il giovane Paolo è la scheggia imprevedibile che inceppa l'ingranaggio mafioso. Qualche tempo dilatato, ma in generale ben girato e interpretato. Buone fotografia e musica.
MEMORABILE: La scazzottata nella stalla tra Paolo (Blain) e Carmelo (Urzì); Il carosello dei cavalli nella piazza. La non presenza delle forze dell'ordine.

Fauno 26/03/17 19:54 - 2258 commenti

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Scorrevole ed elementare: mondo sbagliato e ovunque c'è sempre il più forte che prevarica i più deboli; stavolta il casus belli sono i bovini. Come tecnica e coinvolgimento emotivo sembrava filare verso l'Olimpo, senonché la reazione finale mi ha punto sul vivo. Ma è mai possibile che solo in Italia si devano sempre tirare fuori i bambini come misura di tutte le cose? Devastazioni, depredamenti, aggressioni, ladrocinii, umiliazioni; tutto viene tollerato, ma i bambini guai! Solo loro possono a seconda dei casi assopire la mente o svegliarla dal letargo.
MEMORABILE: "Più lavora, più si compromette"; "Vorrei cambiare nome pur di non avere più a che fare con lui".

Rufus68 13/10/18 23:32 - 3978 commenti

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Deludente riguardo alle aspettative (alimentate dalle vicissitudini della pellicola) e banale nello svolgimento e nella caratterizzazione dei personaggi. I cambi di campo (il pentimento, l'avvio alla criminalità del protagonista) un po' faciloni testimoniano di una psicologia drammatica ridotta all'osso (e, quindi, mediocre e nemmeno näif o popolare). Di positivo rimangono alcuni accenni neorealistici, i meriti indubbi negli intenti civili e la presenza di Urzì.

Pessoa 2/12/20 19:25 - 2476 commenti

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Energico mafia-movie ante litteram di sorprendente attualità, il film di Siano ha l'indubbio merito di aver affrontato con cognizione di causa il problema della criminalità organizzata in Campania quando operava ancora in ambito rurale e le istituzioni ne negavano anche l'esistenza. Molto buona la prova del protagonista Blain, ma tutto il cast rende in modo credibile la vicenda. Il ritmo serrato, la sceneggiatura curata e l'attenzione ai dettagli rendono la visione particolarmente piacevole. Un piccolo capolavoro del nostro cinema B utile e interessante, da riscoprire senz'altro.
MEMORABILE: Le scene d'azione, in particolare il redde rationem nel finale.

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