Non è bello, di notte, sognare insistentemente di uccidere la propria moglie, per quanto antipatica sia. E infatti lo scrittore Alton Bennet (Napier) si rivolge a uno psicologo per veder di capire perché gli accade. Il problema è che la donna qualche giorno dopo muore davvero - con tanto di furto dei suoi gioielli da centomila dollari - e ovviamente il marito finisce tra i principali sospetti. Tra questi ci sono però anche la segretaria assunta da poco dal dottore (la quale ha sentito della cosa) e il di lei vicino d'appartamento (Duryea), ex poliziotto con uno spiccato attaccamento per il denaro. Volendo si possono inserire nel novero pure lo psicologo stesso e l'architetto con cui la vittima si...Leggi tutto intratteneva spesso. Insomma, il lavoro alla polizia non manca e, aiutata dal detective delle assicurazioni dei gioielli (Hayden), comincia una difficile indagine che svelerà retroscena interessanti atti a introdurre una seconda parte in cui s'affolleranno molteplici colpi di scena. Già, perché è indubbio che l'intreccio giallo, per quanto un po' artificioso nei suoi sviluppi, sia particolarmente ben studiato e organizzato anche da una sceneggiatura che lo segue passo passo non mancando di inserire qualche notazione ironica azzeccata (tutta la scena coll'ispettore che testa i sonniferi nel momento sbagliato, ad esempio) e cambi di direzione che spiazzano. A livello contenutistico insomma ci siamo, la storia funziona e si fa seguire con curiosità fino all'ultimo. Ciò che invece lascia a desiderare sono la regia di Lewis R. Foster, piatta e povera di qualità (velleitaria fin dall'apertura con l'incubo in cui si riprendono quasi sempre solo le gambe dei personaggi coinvolti con inquadrature insolite quanto insulse), e l'interpretazione modesta di un cast che alterna interpretazioni un po' goffe (come quella dei poliziotti, ai limiti della macchietta fuori luogo, difetto che il nostro doppiaggio accentua) o maldestramente sopra le righe (l'ambiguo vicino di casa). Il risultato quindi non spicca definitivamente il volo per una confezione generale di serie B che penalizza oltremodo quel che invece, se condotto con maggiore convinzione e più attenzione alla credibilità, avrebbe potuto davvero essere un ottimo giallo; anche per la scelta di dire e non dire, di riservare cioè all'ultimo flashback la ricostruzione completa di ciò che s'era fin lì solo intuito a grandi linee. Ogni cosa comunque ha una sua logica e una sua precisa collocazione all'interno di un meccanismo di una complessità non comune, cui manca per l'appunto lo stile in grado di donargli personalità e di allontanarlo da una banalità di fondo che danneggia soprattutto i personaggi.
Uno scrittore sogna costantemente di uccidere la consorte. Quando la donna effettivamente muore, il primo sospettato è proprio il marito. Dopo un inizio più che interessante, il film cede il passo a un’indagine poliziesca infarcita un po’ troppo di umorismo, il che va inevitabilmente a drenare il clima di mistero e suspense fin lì accumulato, ma è una fase transitoria perché nel finale si riaccendono le luci e i brividi tornano a scorrere lungo la schiena dello spettatore. Notevole il cast, con l’ambiguo Duryea e gli ottimi Hayden e Vermilyea.
Ottimo giallo, con una notevole cura del whodunit, di non facile e scontata risoluzione. Anche i tocchi comici dati dai personaggi dei poliziotti alla fine riescono a non far cadere l'atmosfera nera del film (quasi nessun personaggio si salva da un punto di vista morale). Fantastico il viscidissimo Duryea vicino di casa, la protagonista Lamour (divinamente doppiata dalla Calavetta), Hayden agente assicurativo. Come già detto ottima la costruzione del whodunit e molto bello il finale con multipli colpi di scena ed epilogo beffardo. Merita.
MEMORABILE: Il flashback che rivela l'identità dell'omicida; Il pre-finale sul tetto; Il nascondiglio dei gioielli; L'auto nel vicolo; Il beffardo finale.
Ha il suo punto debole in alcuni inserti umoristici decisamente fuori luogo, soprattutto nella caratterizzazione dei poliziotti e nella chiusura quasi fantozziana, che stonano con la seriosità della trama. Peccato, perché per il resto si tratterebbe di un buonissimo giallo: intrigante e per l'epoca originale lo spunto di partenza, ben articolato l'intreccio, ampio il parterre di sospettati, anche se a pensarci bene il colpevole non era il più difficile da indovinare. Manca un vero protagonista, ma la prova corale del cast è comunque ottima.
Uno scrittore si rivolge ad un medico perché preoccupato da un sogno ricorrente in cui uccide la moglie. Quando la donna viene rinvenuta cadavere, è il primo ad essere sospettato ma... Giallo dalla trama particolarmente complessa per l'incertezza sul vero movente e soprattutto per l'ambiguità dei vari personaggi in campo, tra cui spiccano un investigatore assicurativo dai modi spicci e un ex poliziotto mascalzone, interpretati da due campioni del genere come Hayden e Duryea. Peccato che la confezione non sia all'altezza del plot e neppure del cast, ma comunque il risultato è buono.
Un buon giallo, dalla struttura particolare in quanto non c'è un vero protagonista ma tanti personaggi che possono essere tutti ugualmente sospettati dell'omicidio e del furto al centro della trama. Spicca Duryea nel ruolo che gli riesce meglio: canagliesco e avido, è probabilmente lui il serpente del titolo italiano, che intorbida le acque nel tentativo di ottenere guadagni personali. Bene anche il resto del cast, con Hayden in uno dei primi ruoli e la Lamour in vesti più drammatiche del solito. Vari colpi di scena verso la fine, che riserva giustizia per tutti. Buono.
Lewis R. Foster HA DIRETTO ANCHE...
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Sono d'accordo che le parti comiche abbassano il tono cupo della vicenda, ma nonostante queste, il risultato rimane valido (come hai anche detto tu anche perchè il finale torna nerissimo e soprattutto molto beffardo, tipo di finale che a me piace molto).
Da segnalare come il film di fondo sia molto nero, con quasi nessun personaggio che si salva da un punto di vista morale, esclusi la Lamour e Hayden.
Duryea a suo agio in un ruolo veramente viscido e disgustoso.
Il whodunit è molto curato, e non di facile risoluzione.
Molto bello il flashback che rivela l'omicida, e un ottimo finale non solo ricco e carico di suspense, ma con un colpo di scena dietro l'altro.