La divina provvidenza - Corto (1992)

Definirlo nonsense è riduttivo. Uno riceve la visita di esseri curvi, col busto coperto di nero e le chiappe nude, in un crescendo di affollamento di sederi nell'angusto spazio di un cesso. E' il fondoschiena a far la differenza, proprio nella sua moltiplicazione assurda, con la teoria di glutei che ciondolano per gli austeri corridoi e si assiepano attorno al protagonista. Delirante e fulminante, Rezza con la sua vocina chioccia chiosa le scene con discorsi altrettanto strampalati. L'esilarante trionfo del deragliamento del senso.

Il cortometraggio che fece conoscere ai cinefili attenti al nuovo cinema la straordinaria potenzialità creativa di Rezza e Mastrella. Inquadrature sghembe, sonoro in asincrono, dialoghi senza senso (o forse con molto senso...): un cocktail veramente unico per un percorso che si è rivelato tra i piu originali nel nostro cinema degli ultimi trent'anni. In teatro, è vero, si apprezza di piu il loro linguaggio, ma anche il caratteristico uso della macchina da presa li rende unici.