Ottima pellicola con un gruppo di letali vespe assassine allevate da un/una mad-doctor che vuole purificare l'umanità. Film in cui l'umanità viene rappresentata in modo spietato (soprattutto gli ottusi militari americani disposti a qualunque nefandezza per battere i russi) e dove alla fine risulta più simpatico/a il mad-doctor rispetto agli altri protagonisti. Notevole il cupo finale senza possibilità di salvezza (o quasi) per nessuno dei protagonisti. Bellissimo il titolo italiano.
MEMORABILE: Il finale ovviamente, ma anche la scoperta dei corpi dentro la caverna.
La giapponesissima paranoia nucleare post-Hiroshima e i deliranti riferimenti a Nazismo e Shoah incartati a cuor leggero in sceneggiatura abortiscono godzillescamente un tracimante oden nipponico di spionistico guerrafreddaro, insect-attack fantagenetico e matarazzismo melodrammatico fuori (luogo e) tempo massimo. Filologicamente parlando, quello di Nihonmatsu è il secondo sciame brusente di imenotteri killer a far zigzag su grande schermo, ignaro abbrivio di una sgradita figliolanza di api e vespe ultra-misantropiche, ma il suo ronzio di fondo resta inchiodato immemore tra un neurone e l'altro.
MEMORABILE: L'artigianalissimo traveling matte con le aggressioni degli insetti; L'allontanamento finale in barca matematicamente impossibile...
Vespidi XXL si incollano su uno schermo fattosi carta moschicida. Nihonmatsu unzippa una catastrofe piena di bug: a nord il catastrofismo entomocentrico swarmato famiglia, a est il militarismo nucleare che lo determina, a ovest il mad-doctoring paramengeliano e a sud il melodreamy. Stendendo un tendone da circo sul crossovering narratologico e sui bioritmi sballati (a forma pigmea risponde contenuto watusso, a contenuto pigmeo risponde forma watussa) il meglio del fantascempio sta tutto nell'incanto i(m)maginale, quartessenziale eidola sporadica e adagiata sul solo strato cutaneo.
MEMORABILE: Opening credits; Stati di allucinazione pareidolica; 10' finali col botto.
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Al contrario di come accadeva spesso all'epoca con le produzioni giapponesi,la versione americana e quella giapponese hanno la stessa durata e non presentano alcuna differenza.
Dopo il poco noto Il mistero dell'isola dei gabbiani (1966), questo bislacco apocalittico nipponico è il secondo film a mettere in scena degli sciami assassini di insetti volanti (tralasciando la classica sci-fi cinquantiana a base di donne-vespe e formiconi giganti).
La trama è un concentrato ipercalorico di pesantissimi ingredienti fanta-storico-spionistico-melodrammatici che mettono a dura prova la digestione corporea quasi quanto una panonta molisana servita a mezzanotte.
La parte più inaccettabile e inverosimile dell'intera pellicola è però quella finale:
SPOILER SPOILER SPOILER
per salvarsi dall'imminente esplosione atomica, la protagonista superstite pensa bene di allontanarsi dall'epicentro fuggendo via in mare a bordo di una piccola barchetta a motore, e incredibilmente riesce a mettersi in salvo in pochissimi minuti...
SPOILER SPOILER SPOILER
Chi comunque apprezza le scofanate deliranti tipicamente orientali gongolerà facilmente.