I racconti dell'orso - Film (2015)

Ci sono un omino tutto rosso e un monaco meccanico che girano nella natura, e c’è pure un orsacchiotto. Un film che sta tutto dentro il sogno d’un bambino (prescolare). Una favola senza fabula, al sapor di teletubbies. Un viaggio onirico-bizzarro, un po’ sciamanico e un po’ post-apocalittico, immerso in stupendi e malinconici paesaggi scandinavi. Una non-storia pre-poetica, di presenze pre-umane, che si nutre di improvvisazione, ma con il rigore di una visione lisergica. Insomma, un film unico, da contemplare col cuore d’un fanciullino.

Bizzarro oggetto filmico non identificabile che oltrepassa i soliti sentieri e orizzonti cinematografici raccontando una storia, per grandi e piccini, dal forte impatto emotivo che a tratti sa persino commuovere. Lo fa attraverso un immaginario visivo straordinario, di grande resa e bellezza estetica e non solo grazie ai paesaggi mozzafiato che è un peccato non gustare sul grande schermo. Cinema italiano coraggioso, fuori dai soliti giri e dalle solite storielle trite e ritrite e forse proprio per questo poco conosciuto ma meritevole di essere recuperato.

I due giovani registi danno vita a un film fantasioso, dopo un viaggio tra la Norvegia e la Finlandia. Le riprese del paesaggio nordico sono di forte impatto visivo, data la bellezza dei luoghi e la bravura con cui vengono fotografati, con alberi maestosi, fitte nebbie e corsi d'acqua stagnanti. Viene sviluppata una storia semplice che altro non è che il sogno di una bambina in viaggio con il papà, senza che vi sia il bisogno di trovare significati reconditi. Un omino rosso fugge da un monaco meccanico, finché non trovano un orsetto di pezza malato, che guariscono, diventando amici.