Per mettere in scena la propria versione sul tema dell italiano nel mondo, Maurizio Nichetti sceglie il punto di vista di Alberto Colombo, il lunatico protagonista di RATATAPLAN (che nei titoli di testa rivediamo proprio in una delle più celebri sequenze di quel film). Lo sguardo incantato di Colombo sulla bizzarra realtà della Melancias (Sudamerica), il suo inglese zoppicante, il rapporto con le tantissime (e belle) donne locali, caratterizzano un'opera surreale come nelle corde del suo autore, ma che nei suoi sviluppi non riesce a mantenere i buoni propositi visibili nei primi dieci minuti. La vita in azienda, con Renato Scarpa...Leggi tutto come capo e l'inglese come lingua ufficiale e obbligatoria, riprendeva in pieno lo stile di RATATAPLAN. Poi invece, dal veloce arrivo in Melancias in poi, il film si trasforma in un ripetitivo e scialbo interagire di Colombo con le giovani e calienti donne che lo attorniano (la percentuale maschi/femmine è di circa uno a duecento) e con un anziano avventuriero francese che gli dà lezioni di vita. In breve Colombo si lascerà andare annunciando alla sua azienda di aver forse ("maybe") trovato il petrolio. Gli spediranno tonnellate di tubi per qualcosa che in realtà non c'è, ma il finale sarà ovviamente conciliante. Si ride росo o niente, nonostante i forti richiami a Stanlio e Ollio (dalla canzone del titolo al nome dell'azienda, che si chiama Finlayson come un celebre attore che recitava spesso con la coppia).
La citazione del titolo (famosa canzone di un film con Stanlio ed Ollio) tradisce l'intenzione di un film allegro e giocoso: in realtà quello è il clima della prima parte del film, che reca anche delle buone invenzioni nella trama e nella sceneggiatura. Peccato che nella seconda parte Nichetti non riesca a mantenere ritmo ed invenzioni di partenza, cosicché la storia diventa più scialba e ripetitiva. Tra i primi film italiani ad utilizzare il digitale in post-produzione.
Si notano qua e là momenti che dimostrano le potenzialità non completamente fatte emergere in questo flop di Nichetti, alle prese con il personaggio che molti anni prima lo aveva portato alla notorietà. La parte preparatoria promette bene, ma quando la vicenda dovrebbe ingranare davvero nel villaggio sudamericano, il ritmo latita con una ripetitività estenuante. Pessimo il momento in cui Nichetti si veste da donna. Interessanti ma datati gli inserti in digitale. "Honolulu baby" si sente nei titoli di testa e quando lui e lei guardano I figli del deserto.
MEMORABILE: Nichetti che sogna di essere fucilato dai colleghi con le squadre.
Il geniale regista e attore Nichetti si discosta un bel po’ dalla tecnica mista, avvicinandosi ai cineombrelloni e seguendo in parte la moda del 2000. Questo pseudo-sequel non è certo degno di Ratataplan, ma simpaticamente ne celebra la gloria che fu. Trama originale che più originale non si può, ritmo altalenante e grande presenza scenica di Nichetti in contrapposizione agli altri interpreti, per lo più misconosciuti.
MEMORABILE: Il licenziamento per chi non parla in inglese; La frotta di ragazze che insegue Colombo appena arrivato; L’albero di Ratataplan appeso in salotto.
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DiscussionePanza • 12/02/17 16:50 Contratto a progetto - 5248 interventi
In note:
Il protagonista è Alberto Colombo, l'ingegnere di "Ratataplan".
Andrebbero i quadratini con l'altro film di Nichetti.
DiscussioneZender • 13/02/17 08:15 Capo scrivano - 48957 interventi
Ma è da considerarsi un seguito? C'è solo il protagonista che si chiama allo stesso modo.
DiscussionePanza • 13/02/17 12:51 Contratto a progetto - 5248 interventi
Zender ebbe a dire: Ma è da considerarsi un seguito? C'è solo il protagonista che si chiama allo stesso modo.
Nichetti stesso lo ha concepito come una ripresa del personaggio dell'altro film. L'azienda si chiama Finalyson come nell'altro film e nei titoli di testa ci sono scene prese dal vecchio film.