Evviva la libertà - Film (1968)

Evviva la libertà

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Rumorosissima satira d'altri tempi che richiede molta pazienza a chi s'accinga alla visione: l'intero film è un'incessante, grottesco, eccessivo inno alla libertà propagandato da una sorta di supereroe a stelle e strisce, Mr. Freedom (Abbey), spedito dai suoi capi (Pleasence) a Parigi per difenderla dagli attacchi di Mugikman (Noiret), che impersona il pericolo "rosso", e da un grosso dragone gonfiabile chiamato super Mao Mao, simbolo della Cina. Giunto sotto la Tour Eiffel in abiti da giocatore di football americano col viso dipinto di bianco, una stella rossa sul naso e il blu sulla fronte, Mr. Freedom viene subito approciato da una conturbante rossa, Maria...Leggi tutto Maddalena (Seyrig), che lo accompagna a conoscere la città e lo invita nella tana degli alleati, che come lui inneggiano senza sosta alla libertà. Freedom, lì, avrà modo di ripetere ad libitum i suoi slogan e tutto ciò che di fatto sintetizza grossolanamente l'imperialismo del suo Paese, praticamente la stessa cosa che farà, instancabilmente, lungo tutto l'arco del film. Sostenuto da una colonna sonora roboante, da un montaggio frenetico che accosta immagini come fossero tavole di un fumetto (l'intento primario del regista, celebre fotografo statunitense migrato in Francia), Freedom declama i suoi ideali in forma parodistica lasciando che il film venga letto in chiave soprattutto anti-americana, nel migliore dei casi come simpatica presa in giro. Alcuni personaggi hanno anche qualche buona freccia al loro arco (Noiret vestito con abiti giganteschi di gommapiuma), saltuariamente si riesce a cogliere la finezza di alcune trovate, ma nel complesso passare un'ora e mezza ad ascoltare simili deliri finisce con lo stancare o - in alternativa - con l'irritare. Certo, si respira una piena aria sessantottina, si apprezza il film come residuato autentico di un'epoca ormai scomparsa, ma un'operazione di sintesi avrebbe indubbiamente giovato. Il catastrofismo esplosivo del finale è in linea col resto, la performance molto (e volutamente) sopra le righe di John Abbey a suo modo lascia il segno, ma sicuramente tocca dotarsi di una certa predisposizione d'animo e della voglia di addentrarsi in un mondo pop colorato, caotico e stordente, per decidere di assistere a un'ora e mezza simile. Fanno comunque sorridere sia l'idea che il protagonista, anche per come sceglie di concludere la sua avventura attenendosi a una coerenza lodevole e che segue in pieno la follia dell'operazione, in cui fanno capolino costumi bislacchi, personaggi ai confini del cartoonesco (Gesù compreso, dove meno te l'aspetti...) e brevi canzoncine sciocche come quella cantata da una Seyrig in look altamente sexy. Un film che pare molto più ingenuo e puerile di quanto non sia, o che forse è semplicemente... diverso.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/07/20 DAL BENEMERITO BUBOBUBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/12/21
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Bubobubo 7/07/20 10:46 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Delirante, sgargiante pastiche sessantottino che rigira in un'acuminatissima chiave fumettosa e supereroistica la lotta per il predominio ideologico sull'occidente. La storia è a dir poco sgangherata e nei (radi) segmenti di pura action anche un filo noiosa, ma ricolma di momenti e di trovate di paradossale, anarchica genialità, specialmente nella caratterizzazione del protagonista e dei suoi antagonisti. Un manifesto pop irriverente, pienamente figlio del suo tempo, che tira schiaffi a destra e a sinistra ironizzando su sé stesso. Cultissima l'apparizione di Gainsbourg! 
MEMORABILE: Tra pile di brand tutti uguali al supermercato; Le insegne luminose; Mr. Freedom, l'uomo Muzhik, il Cinese Rosso, Gesù e Maria in metropolitana.

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