Epitaffio per l'horror coreano
Ovvero cose mai viste (per vostra fortuna)
Il nadir dell'horror coreano, concepito sulla scia del già poco brillante
The kingdom trieriano.
Posto che si riesca a non chiudere occhio, tanto funge da sonnifero, il film azzarda una storia confusa, poco lineare, stucchevole e impopolare per via dei continui salti temporali tali da rendere anticronologico ogni avvenimento che si compie davanti agli occhi dello stupito spettatore, specie se occidentale.
Ricolmo di simboli e metàfore prettamente orientali, questo
monstrum della
sfiga corre piatto e indolore, annoiando a più non posso e facendo sorridere per vigliacche e false verità (dis)velate nel pre-finale.
Se mai, per vostra sfortuna, vi azzardaste a vederlo, munitevi di scaccia-jella (corni rossi, ferri di cavallo o, se maschi siete, toccatevi lì): c'è una tale distribuzione di sfortuna (tra morti suicidi, omicidi e incidentati) che
Epitaph -nomen omen- assurge al peggior e sinistro titolo funerario (per i protagonisti: uno più indecifrabile dell'altro) della storia cinematografica.
Ultima modifica: 27/12/09 17:55 da
Undying