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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da una tipicissima situazione di amore apparentemente non corrisposto all'interno di una coppia mal amalgamata prende l'avvio un thriller che prevede l'entrata in scena di un agente assicurativo fascinoso e spregiudicato. Brooke (De Ravin) è stanca delle perduranti assenze causa lavoro del marito Stevens (Parise), ma non si è mai data da fare per sostituirlo. Nemmeno lo accusa di trascurarla, semplicemente coltiva la propria infelicità mostrando l'aria sbattuta. Poi però arriva lui, Jake (Howard), giovane brillante che le propone su suggerimento del marito una doppia polizza vita; ma mentre lo fa ammicca, la adula, la fa sentire importante, la coinvolge, e...Leggi tutto da lì le cose cambiano.

Nulla di strano, per chi frequenta il genere: il triangolo lei non l'aveva considerato, ma se l'uomo del destino ti si para davanti bello e disponibile, come rinunciare? Comincia così la relazione clandestina, col povero Stevens che se ne torna dal lavoro come sempre ma ignaro di quanto stia accadendo alle sue spalle. Un rapporto torrido, quello tra la bella bionda e l'assicuratore, smussato dalla destinazione televisiva ma che non disdegna qualche ralenti bollente (si fa per dire) tra le coperte. Tuttavia siamo solo all'inizio, con lei che si confessa con le amiche, si assenta con l'amante anche nelle situazioni meno indicate mentre... sorpresa, sorpresa... si fa strada una sottotrama omosessuale che davvero non ci si aspetterebbe, da un film simile.

C'è insomma voglia di sperimentare, almeno un poco, non dimenticando però che la base resta thriller e che tutto dovrà produrre una soluzione meno scontata di quanto ci si attenderebbe dopo aver assistito alla prima mezz'ora. E infatti, esaurita una fase di preparazione, che ci porta a conoscere i protagonisti della vicenda e le loro apparenti mire, cominciano gli sviluppi imprevisti, che come spesso capita in casi del genere conducono a esagerazioni e forzature, costruite con l'unico obiettivo di spiazzare lo spettatore e impedirgli di azzeccare il finale.

Fortunatamente Emilie de Ravin mantiene un buon appeal che le permette di azzeccare il tono dell'interpretazione, con Leo Howard che gioca invece a fare il seduttore impeccabile dalla cui bocca mai banalità devono uscire. Poi però è chiaro che ci si muove in territori già ampiamente battuti, nei quali è difficile emergere senza deludere gli appassionati del genere. Si resta nella mediocrità fino alla fine, con qualche figura più sfaccettata del previsto (il superiore di Jake, cui dà il volto Cary-Hiroyuki Tagawa, ad esempio), la solita fotografia piatta e nel complesso una confezione anonima in cui perdersi per concentrarsi unicamente sulla storia, molto più articolata di quanto ci si aspetti (al punto che nell'ultima parte si rischia di perdere il filo). La polizia compare giusto per sbrigare qualche inutile interrogatorio e poco altro.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/07/22 DAL DAVINOTTI
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