Al di là dell'orrore - Film (1959)

Sarebbe il solito thriller-horror con protagonista l'ennesimo mad doctor (a là Frankestein) fissato con i suoi esperimenti, se non fosse per l'idea (forse non nuovissima ma di sicuro copiata altre volte in seguito) della testa mozzata e tenuta in vita. Ed è questa la migliore freccia all'arco di un film altrimenti del tutto dimenticabile con le sue dinamiche narrative prevedibili (non ci sono certo sviluppi esaltanti o inaspettati) ed i personaggi monodimensionali e scritti in modo visto almeno mille altre volte.

Piccola produzione decorosa grazie al cast con indimenticabile performance di un cattivissimo, spietatissimo e folle Horst Frank nei panni del dott. Brandt, allievo che supera, in sperimentazione medica, il maestro, fino a oltrepassare i limiti morali. Le tematiche anticipano una pellicola di qualche anno successiva (Il cervello che non voleva morire) non solo per la presenza di una testa mantenuta in vita, ma anche per il trapianto di un corpo su una ragazza malformata. Effetti speciali validi per l'epoca e buon ritmo ne fanno un film da vedere.

Cupo e notturno, squilibrato e con larghe pause prosaiche (gli intermezzi al tabarin), il film profuma più di occasione mancata che di effettiva riuscita. Colpa della sceneggiatura basica e di uno svolgimento altrettanto povero nell'invenzione. Si riscatta per l'interpretazione di Frank (convinto e arrogante), per i lampi macabri (il capoccione di Simon) e per la diffusa inquietudine.