Die kinder der toten - Film (2019)

Die kinder der toten
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Titolo originale: Die Kinder der Toten
Anno: 2019
Genere: horror (colore)
Note: Presentato al XXXVII Torino film festival nella sezione After hours.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/12/19 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 3/12/19 23:50 - 9068 commenti

I gusti di Cotola

Bizzarrissimo film zombesco girato come un muto degli anni Venti-Trenta: niente dialoghi; solo didascalie. Lo stile è volutamente sporco e vintage. L'idea è curiosa, certo: ma se all'inizio ci si diverte e qualche risata il film la strappa, ben presto un po' ci si annoia e c'è ben poco da esaltarsi. La storia ha un chiaro sotto testo, ma non basta. E temi così importanti meritavano bel altro trattamento. Incredibilmente ed immeritatamente ha vinto il premio Fipresci al festival di Berlino.

Schramm 14/08/22 13:48 - 3495 commenti

I gusti di Schramm

I morti-poeti. I morti-doppi rovesciano ogni prospettiva. I morti muoiono di fame in quanto poveri siriani e non perché zombi. I redivivi sentono la mancanza di sé guardandosi al cinema. La nazione borghese e piccola piccola con connivenze nazi è lo zombi per eccellenza, cannibale di sé. Nobel alla stranezza a un'operazione dal lessico profondamente folle e altezzosamente punk, che senza tema del più pessimo gusto corre incontro a ogni declinazione del rischio di questo (e dell'altro) mondo come si va verso l'amata, a mo' d'uno Schlingensief più austero che turba nel profondissimo.
MEMORABILE: Stacchi da found footage satanico; Al cinema; L'atonale colonna sonora; Corriera “squartata”; Wild party finale a letterali pesci in faccia.

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  • Discussione Schramm • 15/08/22 14:54
    Scrivano - 7694 interventi
    Cotola ebbe a commentare:
    Incredibilmente ed immeritatamente ha vinto il premio Fipresci al festival di Berlino.

    io invece trovo che sia meritatissimo. mi sembra la cosa più genialmente provocatoria e follemente originale mai escogitata sui non morti (anche in termini di eterno ritorno storico), sul tema dello specchio(anche deformante)/doppio che questi implicano (i morti più viventi dei vivi e sovrastanti la storia, i vivi più morti dei cadaveri, in quel cadavere che è la storia nazionale come personale di sé). sull'auto ed eterocannibalismo di una nazione (il bellissimo slittamento/sfondamento di senso tra siriano e stiriano) che per colpa e vergogna rifiuta di fare i conti con (il fantasma di) se stessa preferendo la sfera autopunitiva mascherata da festaiolo benessere (quanto schlingensief!). e il tutto in una forma così deliziosamente scapocciata e punkettona, agguerritamente brut-art, che fa leva sul dilettantesco più hardcore per catapultare oltre lo schermo (più o meno subliminalmente) cose grosse e belle spesse. togliendo le quali, resta comunque la psicopatia formale: quel super 8 da filmino di famiglia, il caratteraccio da horror muto espressionista che diventa a tratti sfottò dello stesso (come non ricordare blutige exzesse im führerbunker di buttgereit) , quell'umorismo brechtiano da degenerato teatro dell'assurdo a un tempo malsano e balzano che non sai mai bene come prendere per quanto è alienante (e consapevolissimo di sé sin da fare del film un unico grande injokes di tutto il cinema in quanto tale: i morti che provano la mancanza di se stessi vedendosi al cinema è tra i picchi più geniali dell'opera, di tutte le opere zombicentriche). e poi quell'atonale colonna sonora che pare venire da un incubo postpeperonata di luigi nono, e quegli stacchi disturbanti da satanico found footage che mettono addosso un disagio mai esperito in alcun found footage degli ultimi 20 anni!

    ecco, a conti fatti soprattutto questo: pur non essendo un horror nel suo senso più stretto, canonico e ortodosso, mi ha inquietato come mai l'horror è riuscito a fare.
    Ultima modifica: 15/08/22 14:59 da Schramm
  • Discussione Anthonyvm • 16/08/22 18:33
    Scrivano - 806 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Cotola ebbe a commentare:
    Incredibilmente ed immeritatamente ha vinto il premio Fipresci al festival di Berlino.

    io invece trovo che sia meritatissimo. mi sembra la cosa più genialmente provocatoria e follemente originale mai escogitata sui non morti (anche in termini di eterno ritorno storico), sul tema dello specchio(anche deformante)/doppio che questi implicano (i morti più viventi dei vivi e sovrastanti la storia, i vivi più morti dei cadaveri, in quel cadavere che è la storia nazionale come personale di sé). sull'auto ed eterocannibalismo di una nazione (il bellissimo slittamento/sfondamento di senso tra siriano e stiriano) che per colpa e vergogna rifiuta di fare i conti con (il fantasma di) se stessa preferendo la sfera autopunitiva mascherata da festaiolo benessere (quanto schlingensief!). e il tutto in una forma così deliziosamente scapocciata e punkettona, agguerritamente brut-art, che fa leva sul dilettantesco più hardcore per catapultare oltre lo schermo (più o meno subliminalmente) cose grosse e belle spesse. togliendo le quali, resta comunque la psicopatia formale: quel super 8 da filmino di famiglia, il caratteraccio da horror muto espressionista che diventa a tratti sfottò dello stesso (come non ricordare blutige exzesse im führerbunker di buttgereit) , quell'umorismo brechtiano da degenerato teatro dell'assurdo a un tempo malsano e balzano che non sai mai bene come prendere per quanto è alienante (e consapevolissimo di sé sin da fare del film un unico grande injokes di tutto il cinema in quanto tale: i morti che provano la mancanza di se stessi vedendosi al cinema è tra i picchi più geniali dell'opera, di tutte le opere zombicentriche). e poi quell'atonale colonna sonora che pare venire da un incubo postpeperonata di luigi nono, e quegli stacchi disturbanti da satanico found footage che mettono addosso un disagio mai esperito in alcun found footage degli ultimi 20 anni!

    ecco, a conti fatti soprattutto questo: pur non essendo un horror nel suo senso più stretto, canonico e ortodosso, mi ha inquietato come mai l'horror è riuscito a fare.

    Interessante segnalazione, me lo appunto!