Buiomega71 • 1/02/20 10:03
Consigliere - 27177 interventiAd accingermi alla visione ne ero alquanto perplesso che tutti (ma dico tutti) lo mandavano al macero senza appello, bollandolo semplicemente come una "inaccettabile vaccata" (per tornare ai vecchi tempi davinottici).
Ohibò mi dicevo, Bernard Rose è comunque sempre Bernard Rose, che avrà mai fatto di così tanto deprecabile da aizzare ferventi stroncature?
Eppoi credevo trattasse di snuff, ma di snuff non c'è manco l'ombra.
E invece la solita tiritera sul gruppo di amici (uno con telecamera in mano che non smette mai di riprendere, qualunque cosa accada) che si infila nel solito stabile abbandonato e spettrale (meglio se un ospedale psichiatrico), con le solite presenze fantasmatiche, meglio se femminili e in camicia da notte bianca.
E come si diceva in un film, fin qui tutto bene, siamo alle solite.
Ma Rose (che reputo un mezzo geniaccio), inizia con una specie di
Intimacy davanti alla telecamera, con Jill che fa la porcellina con il suo ragazzo, gironzolando, poi, per le strade e i negozi di Los Angeles (sbattutti fuori anche da un McDonald perchè infastidivano una coppietta di colore continuando a riprenderli) e finendo per farlo-di nuovo-nei sedili posteriori della loro auto in un parcheggio sotterraneo, finchè un guardone li pizzica sul più bello.
Si respira una certa angoscia da orrore metropolitano, che manda subito la mente a
Candyman (e non solo per i graffiti).
Poi comincia la parte alla
Session 9 andata in acido, e quì Rose te ne esce con certe scelte narrative spiazzanti che non ti aspetteresti mai da un film del (de)genere.
Essì, perchè dopo una possessione con tanto di jumpscare, Jill diventa peggio di Valentina Nappi, tra ninfomania, umiliazioni (anche verbali) al suo ragazzo e linguaggio da film porno.
Session 9 irrancidisce, e Rose sbanda in derive di pura lascivia, con tanto di sesso (parecchio), liquami corporali, carne e sangue.
Il copioso sangue da naso che perde Jill (comincia proprio mentre fa sesso con il suo ragazzo, legata ad un lettino che, poi, si capirà a cosa servisse), la defecazione isterico femminea di Jill (non dissimile dall'aborto liquamoso della Adjani, nel tunnel della metro in
Possession) che, poi, spalmerà gli escrementi sul muro, i continui cambiamenti schizofrenici caratteriali di Jill, che vanno dalla paura, alla voglia di sesso, fino alla pura follia muliebre, il ritrovamento della cartella clinica di Colette (punto focale della deriva dissennata di Jill), sino alla vhs e ai monitor di sorveglianza, dove si palesa un rovente sesso a tre tra Jill, la sua amica Elly e il ragazzo di quest'ultima, Bobby
SPOILER
Anche quì Rose destabilizza, Elly pizzica il suo ragazzo e Jill che se la spassano, e invece di inveire, come farebbe presupporre la sua espressione, si unisce a loro a far porcate.
FINE SPOILER
Eppoi medici laidi e zozzi che si approfittano sessualmente delle pazienti, legandole , per poi filmarle (da quì scaturisce la vendetta ginecea, sorta di rape and revenge in salsa paranormalactivitesca), sino al momento clou, dove Rose sfonda gli argini e manda a remengo i fantasmini, con una fellatio a tutto schermo di un pene in erezione (che se non fosse per i pixel, sconfinerebbe nell'hardcore, e Gaspar Noè muto), sfociando nella castrazione cannibalica a morsi.
Nel mentre, sotto o sopra, da qualunque parte lo si rigiri,
Sxtape (ma parecchio sx) è una scheggia impazzita, qualcosa di sorprendente (a suo modo), dove il regista di
Chicago Joe fa un pò quello che fece Michael Winner con
La casa in Hell Street, sovvertendo le regole e i meccanismi di un genere codificato, mandando tutto a quel paese, e dove il sesso (ancor più sporco, ancor più gustoso) si insinua prepotentemente, spiazzando continuamente le attese, tra feci, fellazio, conati di vomito, fori di pallottola in testa (pochi ma ottimi gli sxf del grande Robert Hall e della sua Almost human), odori, incubatrici in disuso e voraci smanie sessual/omicide.
E chissenefrega se Adam non mette mai giù la telecamera (anche nei momenti meno opportuni, come quelli di salvarsi la buccia), della corrente che funziona ancora in uno stabile abbandonato da anni o che ci siano strizzatine d'occhio al primo
Nightmare craveniano (l'uomo che fissa al di là della strada, la telefonata oltratombale stile
Telekrueger). Quello che conta e la visceralità che Rose ci mette dentro, in questo fille miscuglio di ghost story, rape and revenge, femmine folli e pornocrazia.
Attenzione al lettino, a Colette, e al video finale con il medico zozzone, a Jill che si sente violata di essere continuamente ripresa da Adam, perchè, poi, tutto torna, a suo modo.
Eccerto che da
Amata immortale a questo ce ne passa.
Totalmente invasata e straordinariamente brava Caitlyn Folley.
Istantaneo guilty pleasure, senza se e senza ma.
Voglio il tuo uccello, fammi toccare il tuo uccello...
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