Buiomega71 • 12/03/16 09:52
Consigliere - 26565 interventi Davvero gustoso questo
Oculus, che mi ha favorevolmente colpito sia come struttura narrativa che per la disgregazione familiare che scivola nella follia e poi nel sangue
Occhio di riguardo al talentuoso Flanagan, che nell'epoca dei POV e del "più nulla da dire" ti tira fuori un opera spesso agghiacciante e zeppa di ottime idee, nonchè impreziosita da fluidi movimenti di macchina all'interno della casa, citando, poi, intelligentemente i classici e mandando in soffitta gli altri film che trattano di specchi infernali (
Mirror e
Riflessi di paura in primis, l'episodio della
Bottega che vendeva la morte), rimescolando passato e presente con i protagonisti che si incrociano nell'infanzia e nell'attuale, nel crescendo nella notte di tregenda.
Dopo un incipit con strage familiare alla
Amityville Horror, il film si dipana in una narrazione che confonde realtà con l'incubo, in perenne stati di allucinazione, in un gioco a scatole cinesi che mischia il passato col presente, in un continuo susseguirsi di cambi temporali e di realtà distorte di qui si fatica a capire cosa è reale e cosa no
Un padre che impazzisce progressivamente (cominciando a divorarsi le unghie), concupito da un demone femmineo, una madre animalesca e affamata incatenata alla parete della camera da letto, che si spacca i denti addentando un piatto, prendendo le sembianze in un essere quasi miikiano, la moria delle piante, il cane che sembra preda di una strana malattia, ghignanti e spaventosi fantasmi dagli occhi luminosi (che si stampano guardando fuori dalla finestra della grande villa, in un immagine macabro/burtoniana, e che nella chiusa finale mi ha riportato alla mente qualcosa di simile nella chiusa di
Chi vive in quella casa?)
Derricksoniano nella narrazione (spesso mi veniva alla mente il finale a scatole cinesi di
Hellraiser 5), jameswaniano nell'assunto (il look delle presenze, qualcosa di
Insidious), capace di giocare con gli stati di angoscia e di smarrimento delle sensazioni, occultando il gore ma non rinunciando a picchi di crudeltà (gli efferati resoconti sui precedenti propietari dello specchio, la lampadina addentata come una mela e le sue spiacevoli conseguenze), e grazie a dio Flanagan evita di spiegare l'origine malefica dello specchio, facendo così lavorare la fantasia dello spettatore
Un omaggio a
Riflessi di paura era dovuto (la madre che si specchia con la sua immagine riflessa e il taglio della pancia aperto), il cellulare veicolo di "suggerimenti" malefici come le cuffiette di Sonny Montelli in
Amityville Possession, nonchè gli omaggi argentiani (l'ancora fissata al soffitto foriera della disgrazia finale, come la scultura moderna in
Tenebre, i cromatismi della fotografia di Michael Fimognari nel finale), le soluzioni narrative come nel
Libro segreto delle streghe (le azioni inconsapevoli e dettate dal male) ma Flanagan conosce bene la materia e sà gestire i meandri della paura e i mille "trucchetti" del male, che , a volte, mettono davvero paura.
Notevole lo score dei Newton Brothers, soprattutto il pezzo sui titoli di coda e il "ridicola vacca" ti resta in testa per un bel pò, così come l'urlo muto dei morti.
Note a margine: Speriamo sia davvero Flanagan a portare sullo schermo
Il Gioco di Gerald, perchè il talento c'è, caspita se c'è...
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 18/05/14
Furetto60, Chimera70, Il ferrini
Redeyes, Pumpkh75, Rambo90, Pinhead80, Buiomega71, Giùan, Piero68, Magerehein, Teddy
Viccrowley, Jdelarge, Daniela, Rufus68, Minitina80, Jena
Puppigallo, Taxius, Undying, Almicione, Myvincent, Kinodrop, Marcel M.J. Davinotti jr.
Pesten