Natron • 15/05/25 00:28
Galoppino - 330 interventiTornavamo da una partita amichevole giocata in un paese di campagna, col buio. Avevamo convinto l'allenatore a portarci in pizzeria, ma un mio compagno di squadra diceva che voleva tornare a casa perché davano Lo spaventapasseri. Così, una volta rientrato, mi ero messo a guardarlo anch'io. Credo fosse l'inverno 1983, forse TMC. Non avrei più dimenticato la figura dello spaventapasseri nel campo, gli occhi che si muovevano dentro il sacco, tanto che otto anni dopo avrei iniziato a scrivere racconti horror, e in uno ce lo avrei messo: un pupazzo impagliato che, incontrato da quattro ragazzini in un campo, sembra puzzare di sudore e cambiare di posizione, terrorizzandoli e facendoli fuggire, finché non finiscono in un mondo da incubo. Metaforicamente, rappresentava la paura che non si riesce a superare.
Poi avrei scoperto che la figura di Bubba, il ritardato di campagna che viene accusato di molestare bambine, violentare o uccidere, era già presente in L'urlo e il furore di Faulkner, ma era anche il Lennie di Uomini e topi di Steinbeck, oltre ad averlo visto in Cane di paglia.
Ultima modifica: 16/05/25 12:31 da
Natron
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