Rebis • 20/07/15 12:28
Compilatore d’emergenza - 4463 interventiMi fa piacere, Buono, ci tenevo a non essere frainteso da te. Chiarisco solo un paio di cose, a scanso di ulteriori equivoci:
quando scrivevo "giudizio tecnico" non mi riferivo tanto a un giudizio che tiene conto degli aspetti puramente tecnici (ammesso che esistano), quanto di un giudizio che analizza i singoli elementi di un film trascurandone il corpo complessivo, la dialettica tra le parti, la dimensione autoriale, il contesto culturale e, vieppiú, il valore emozionale e soggettivo. Certo, per completezza e complessitá, quest'ultimo tipo di valutazione credo dovrebbe sempre essere preferito, ma mi rendo conto che un film non ci lascia sempre questa ampia disposizione d'animo, e per quello che mi riguarda - e il caso specifico mi sembra emblematico - è proprio la cifra emotiva a fare la differenza. Se un film non mi smuove un sopracciglio saró più propenso a valutarlo "tecnicamente" e quindi, conseguentemente, a stroncarlo.
Sulla sceneggiatura, sono assolutamente d'accordo sulle tautologie, l'autoevidenza, il didascalicismo, e ho ghignato più di una volta anch'io. Epperó nel film di Petroni mi sembra che tutto ciò caschi a pennello, che assuma una dimensione paradigmatica, per cui il film diventa esemplifivativo di un certo tipo di cinema, di un modo di fare cinema, indissolubilmente legato a un'epoca. "Vado a comprare le sigarette", per intenderci, è tanto ridicolo quanto archetipico, è senso ed è maniera, per questo parlavo di film borderline.
Sulla querelle aperta da Schramm e Fauno, sono d'accordo sull'indulgenza che ci anima quando amiamo un genere. Io valuto diversamente roba come Jason goes to Hell dalla maggioranza degli spettatori perché amo il genere horror. Ma la quantitá però affina lo sguardo e aumenta le aspettative. Se esco a ballare tutte le sere avró maggiore dimestichezza con la materia, più senso critico, capacitá di fare paragoni e di riconoscere il meglio dal peggio. Non capisco l'analogia con donne e handicappati che sono abituato a riconoscere come persone e non come categorie o generi, con tutto quel che ne consegue quanto a simpatie e antipatie.
Fauno
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