Buiomega71 • 6/06/20 10:09
Consigliere - 27155 interventiInizia come una commedia giovanilistica in maniera scherzosa e nostalgica , per poi virare bruscamente in un "crime movie" nerissimo e spietato, dove, alla fine, non viene risparmiato (quasi) nessuno nel gorgo degli eventi che prendono una bruttissima piega.
Noir singolare, opera prima di un rinomato autore teatrale, che tra frizzi e lazzi Standbymeieschi e qualche bagliore lynchiano (la mamma che, impassibile a tutto quello che stà succedendo, resta imperterrita in cucina a preparare le torte), mostra , senza pietà. la perdita dell'innocenza e l'ingresso (brusco e brutale) nel mondo degli adulti, trasformando la placida e noiosa tranquillità della provincia americana in una polveriera sanguinosa e selvaggia, tra poliziotti freddati a bruciapelo, torte che cadono a terra nel giorno della festa di compleanno, sevizie e subdoli inganni (come insegna Lynch, oltre alla staccionata del florente e rigoglioso giardino idilliaco di rose, si nasconde il marcio).
Un escalation di eventi inarrestabile , che, alla fine, non ha pietà e non guarda in faccia nessuno (il massacro finale alla baita sperduta nei boschi, le torture e le umiliazioni inflitte dallo psicotico Baldwin ai due ragazzi-"Striscia dal tuo amico"- non dissimili da quelle perpretate da Michael Madsen ai danni del poliziotto nelle
Iene, tra tentate impiccagioni andate a vuoto, sberloni, confessioni da estorcere con le cattive e una ben poco larvata tematica omoerotica sudaticcia e appiccicosa), con una chiusa befarda e allucinata (la messa in scena della furba femme fatale di turno, il sangue che tutto ricopre, la fuga in treno, il luogo della mattanza ripreso dall'alto, i ricordi che si alternano alla realtà: i filmini amatoriali d'infanzia che aprono e chiudono il film).
Ottima ricostruzione della desolata e afosa provincia del Minnesota degli anni 50, tra fattorie e stradine polverose, canzonette d'epoca e l'inesorabile violenza che prende forma tra il precipitare della situazione , contrapposto al "non succede mai nulla" nella calma piatta della provincia, come nei migliori noir dei fratelli Coen.
Svettano un Mickey Rourke balordo senza scrupolo alcuno, che filosofeggia e uccide a sangue freddo in una sottospecie di Fonzie andato in acido, un Stephen Baldwin psicopatico (in uno dei suoi ruoli migliori) affetto da sadismo e da un'omosessualità nemmeno troppo sottaciuta (è innamorato di Rourke e si diverte a "giocare" perversamente con i due ragazzini che ha preso in trappola) e l'ex Laura Palmer, quì ingannevolmente "acqua e sapone", infida manipolatrice per i propri scopi, che ha una sequenza cult quando "violenta", sul prato, il povero Jason London.
Il resto lo fanno le musiche di Hummie Mann e la bellissima fotografia di Mark Gordon.
Un angusto trattato antropologico impietoso e tragico, ingiustamente poco visto e ricordato, che merita un recupero doveroso dall'oblio.
Per il sottoscritto è già un piccolo cult.
Buiomega71
Rambo90