Discussioni su A mia sorella! - Film (2001)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/03/09 DAL BENEMERITO CAPANNELLE
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  • Grande esempio di cinema:
    Fauno
  • Davvero notevole!:
    Lucius
  • Non male, dopotutto:
    Capannelle, Buiomega71
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Aal
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Didda23, Bubobubo
  • Gravemente insufficiente!:
    Cotola, Mickes2, Deepred89

DISCUSSIONE GENERALE

5 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Didda23 • 23/12/12 20:58
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Zender, la frase finale di Capannelle è una spoilerata che andrebbe tolta.
    Fortunatamente prima del film non ho letto i commenti.
  • Buiomega71 • 23/12/12 21:09
    Consigliere - 26032 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Zender, la frase finale di Capannelle è una spoilerata che andrebbe tolta.
    Fortunatamente prima del film non ho letto i commenti.


    E dopo questo, ribeccati Pornocrazia (mio personal cult)
  • Zender • 24/12/12 11:12
    Capo scrivano - 47812 interventi
    Sì, in effetti, l'ho tolta. Un bel "mi raccomando" a Capannelle: evitate di raccontare le ultime parte dei film, è importante.
  • Buiomega71 • 3/07/14 10:07
    Consigliere - 26032 interventi
    La Breillat e la Breillat, c'è poco da fare. Disturba, irrita, ti sbatte in faccia quello che pensa (che piaccia o meno), a volte pretenziosa (come i dialoghi dei suoi film, dove anche questo non ne e esente), femminista , dura, spietata, ma che non lascia indifferenti (il suo cinema si avvicina sempre più a quello di Bruno Dumont)

    Non fà eccezzione nemmeno A ma Soeur, che sprizza gli umori della sua regista da tutti i pori e da ogni fotogramma

    Meno pregnante di L'Adolescente (che ne sembra quasi un remake) e di Pornocrazia (che resta il suo capolavoro), ma comunque rigonfio da quella vena ostica, nichilista e crudele che l'autrice francese ha probabilmente nel suo dna

    Dopo un bellissimo inizio (le due sorelle che passeggiano nei boschi e cianciano del nulla) sottolineato dalla bellissima "Venne Carnevale" dei Tavernanova (unico commento musicale, che rimarca anche i momenti più salienti del film, come le uscite delle due sorelle al mare e sui titoli di coda), il film pare impantanarsi nella noia e nel nulla da dire (sì, insomma, pur amando la Breillat, e davvero a prova di pazienza assistere per quasi 15 minuti, a camera fissa, De Rienzo che vuole infornarsi la Mesquida da dietro, distesi entrambi sul letto, con dialoghi imbarazzanti di continui assilamenti sulla "prova d'amore", sul me la dai o non me la dai, se proprio non vuoi darmela, dammi il culo, perchè e una prova d'amore anche questa, e via così all'infinito, mentre i minuti sembrano fermarsi in un limbo narcolettico), con schermagliette adolescenziali della prima volta che effettivamente lasciano il tempo che trovano

    Poi, dopo barlumi di cinema intenso (la gita sulla spiaggia deserta, Anais che piange e si abbuffa, le sue assurde filastrocche, che si dispera sentendo la sorella perdere il fardello della verginità, Anais che nuota in piscina, parlando con fidanzati immaginari, Anais che davanti allo specchio del bagno si scopre le tettine e dice: "Puttana", l'arrivo surreale di una grottesca Laura Betti, la rabbia e l'odio della madre), si trasforma in un on the road sincero (pare quasi un documentario, tra interminabili autostrade, continui camion da sorpassare, autogrill, soste, la madre chiusa in un mutismo raggelante, la figlia che piange) che trasmette un inquietudine palpabile (nell'aria si sente che "qualcosa di nefasto stà per succedere") che rasenta l'insostenibile

    Poi, nella più assoluta calma notturna di una piazzola di sosta, arriva un finale che fà saltare sulla sedia, di impressionante ferocia, che sfocia quasi nell'horror , senza avvertimenti, e colpisce come un pugno in faccia (e pensandoci sù, non e affatto gratuito o slegato dal contesto, anzi, suggella la teoria di Anais sulla perdita della verginità, in un discorso appena fatto alla sorella, che l'ha persa con l'inganno da un ragazzo millantatore e subdolo, che diceva di amarla)

    Un finale tosto e imprevedibile (che facilmente mi rimarrà impresso a vita)) che mi ha ricordato (anche per la sua deriva del viaggio sulla strada e per la tensione accumulatasi) quello di Twentynine Palms (e qui torna il fil rouge che lega il cinema della Breillat con quello di Dumont), e non dissimile da quello di Avere vent'anni, che trasforma un opera sulla difficoltà dei rapporti (mala)adolescenziali, in un "survivor movie" di rara violenza improvvisa

    SPOILER

    E mi ha rammentato un attacco simile che c'è in "Interceptor"

    FINE SPOILER

    Umori femminli, odori acri, liquami organici, perni eretti pronti alla penetrazione, il cinema della Breillat sà colpire e non fà sconti (ed e vero quello che scrivono della regista francese, per lei ogni rapporto sessuale e uno stupro, perchè lo stupro non ammette falsità o inganni. Piuttosto discutibile, vero, ma nell'ottica artistica breillatiana ha un suo perchè)

    Bravissime sia la Anais Reboux che Roxane Mesquida (mai viste due sorelle così agli antipodi) e preziosa la fotografia di Yorgo Arvanitis

    Stecca nella prima parte, poi travolge come un treno in corsa nella seconda

    Imperfetto ma vitale e sicuramente non per tutti.

    PS Ocio alla scheda critica del Mereghetti, spoilera alla grande!
    Ultima modifica: 18/07/21 20:04 da Buiomega71
  • Buiomega71 • 3/07/14 10:10
    Consigliere - 26032 interventi
    Dura, ostica, scomoda, ruvida, la si ama o la si odia. Ma Catherine Breillat resta unica nel suo stile e nelle sue tematiche. Un bel ritratto "montanaro" della scrittrice/regista francese

    http://www.sentieriselvaggi.it/public/articoli/37876/Gallery/catherine_breillat_02.jpg
    Ultima modifica: 3/07/14 10:11 da Buiomega71