Prodotto da nouvelle vague nella concezione prima ancor che nella realizzazione, Histoire d'eau prende le mosse da materiale girato da Truffaut (con soldi di Chabrol) nella alluvionata regione parigina e rielaborato totalmente da Godard. Il più spavaldo dei registi dell'"ondata", già attratto dalla possibilità di cambiar le carte sul tavolo del cinema tradizionale, fa scorrer le immagini con apparente ellittica subliminalità, conferendogli il ritmo di un commento over (quello della ragazza), attento solo alla digressione, come arte della trasgressione.
Truffaut gira delle sequenze durante un’inondazione, ma poi si imbarazza e così Godard se ne appropria e ci costruisce su la storiella di una ragazza che non sa come arrivare a Parigi e intanto chiacchiera divagando senza requie. Sarà pure dedicato a Mack Sennet, rivelando così le intenzioni comiche della storia (con tanto di montaggio frenetico), ma questo corto è proprio insopportabile, sia nella narrazione che nel testo: un inascoltabile sciocchezzaio infarcito di citazioni colte, come contraltare al dramma idrogeologico.
Pagato da Chabrol, girato da Truffaut e infine montato da Godard, è un prodotto della nouvelle vague ancora acerbo, ambientato in una città inondata nella quale si sposta una ragazza che deve recarsi a Parigi. I dialoghi sono sostituiti dalla voce narrante di Godard, scelta che purtroppo rende l'intera operazione pretenziosa: le tante citazioni letterarie, da Petrarca a Wagner, suonano posticce. Alla fine è forte l'impressione di un prodotto fintamente trasgressivo, fine a sé stesso.
Un corto che lascia il tempo che trova, dove Godard usa il materiale girato da Truffaut per creare una storiellina esile esile che cerca di avere agganci "colti" che non convincono. Visto al giorno d'oggi questo filmettino appare abbastanza inutile, anche se all'epoca poteva, forse, rappresentare un tentativo di "modernizzare" il racconto cinematografico. Curioso ma non certo impedibile.
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Solo come notizia (so che è corretto lasciare 1961 come anno): il film fu girato nel 1958 anche se fu proiettato per la prima volta al pubblico 3 anni dopo.