The girl with the fork - Film (2024)

The girl with the fork
Locandina The girl with the fork - Film (2024)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Girl with the Fork
Anno: 2024
Genere: thriller (colore)

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La nostra recensione di The girl with the fork

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Thriller d’autore che assegnare a un genere è operazione inevitabilmente riduttiva e penalizzante. THE GIRL WITH THE FORK un’esperienza straniante dalle suggestioni lynchiane in cui la trama è rarefatta fin quasi a scomparire, nascondersi, diventare un orpello superfluo per poi riaffacciarsi nel finale dando una parziale spiegazione a quanto abbiamo visto e che, per lunghi tratti, appare inesplicabile.

Un’esperienza nel suo complesso piuttosto insolita, supportata da una fotografia che evidenzia nei tanti interni le qualità migliori, ricavando luci e ombre dai toni ocra e verdastri in cui le scene vengono annegate. L’estrema povertà delle scenografie...Leggi tutto viene così in qualche modo mascherata dai colori che riempiono gli ambienti, all’interno dei quali si ambientano sequenze statiche d’impostazione quasi teatrale, necessariamente lentissime, che hanno il compito di immergere quanto più possibile chi guarda nell’atmosfera carica di mistero che aleggia fin dalla prima scena, in cui un uomo si trova davanti a una ragazza bionda: è Mike (Baldwin), che scopriremo essere un medico, compagno di Anna (Calienda). Lei è invece Celia (Hayman), due occhi azzurri chiari e dolci. Il loro dialogo si presenta da subito indecifrabile, così come lo è la presenza in più occasioni della forchetta del titolo, sempre in mano a qualcuno (la si potrà in qualche modo spiegare nel finale).

Celia ha un padre, Paul (Dewdney), e una madre, meno presente sul set per un motivo che scopriremo in un secondo momento. Quasi ognuno di loro riceve in casa – spedita da non si sa chi – una scatola rossa contenente strani biglietti di auguri che riportano frasi il cui significato è anche in questo caso tutto da interpretare. Quando aprono il pacco, o poco dopo, sul loro telefonino giunge un messaggio che in un paio di parole chiede di fare qualcosa, di recarsi in qualche luogo nei pressi. L’idea da cui parte il film è tutta qui e viene portata avanti con variazioni minime a lungo, lasciando che nello spettatore cresca una curiosità sempre maggiore, spesso traducibile, tuttavia, in una noia mortale che sopravviene di fronte a troppi minuti in cui regna il nulla di fatto.

Un’opera dall’apparenza per alcuni versi amatoriale, sicuramente indipendente, che si crogiola in un uno stile già utilizzato da altri e in questo caso appesantito da un rallentamento esagerato dell’azione, con silenzi interminabili occupati da uno score – va detto – eccellente per quanto riguarda la ricerca dei suoni, che si sposano davvero bene a quello che (non) succede in scena. Il fascino emanato dalle singole sequenze, però, si stempera - con tendenza a diminuire progressivamente - quando capiamo che da questo strano sogno a occhi aperti non usciremo probabilmente mai: dovremo sfoderare una pazienza non comune, per continuare la visione. O ci si immerge completamente nel film recuperando passo dopo passo i brandelli minimi di una storia appositamente frantumata in frammenti da riunire metodologicamente sforzandosi di ricostruire quanto accade, o il rischio di soccombere all’inconsistenza di quanto ci si para di fronte è alto.

Dopo un’ora di gente che si guarda negli occhi perlopiù tacendo, che apre una scatola, legge un messaggio sul telefonino, vaga perplessa per casa, si strugge, incontra qualcun altro da guardare in faccia ponendo domande minimali, non tutti potranno proseguire a cuor leggero. Spetta quindi all’occhio e alla sensibilità di ognuno scegliere il diverso metro di giudizio con cui valutare il film di Ignacio Maiso, sapendo che molti pareri differiranno drasticamente. Eppure la recitazione è mediamente buona, le suggestioni non mancano, il clima di mistero incombente incuriosisce…

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Tutti i commenti e le recensioni di The girl with the fork

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/12/24 DAL DAVINOTTI
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Cotola 16/03/25 13:05 - 9530 commenti

I gusti di Cotola

L'inizio è intrigante nella sua cripticità, che è di quelle positive poiché stuzzica l'interesse dello spettatore che vuole capire dove porterà quella che sembra una sorta di gioco tra i personaggi a base di misteriosi bigliettini. Nella parte centrale si ingolfa un po', forse a corto di idee, per poi riprendersi nel finale che sembra diradare le nubi su quanto si è visto fin lì. La confezione è sicuramente dignitosa e gli attori fanno ciò che possono, ma alla fine manca di un forte mordente sebbene sappia, almeno un po', coinvolgere. Vaghi echi lynchiani ma senza l'onirismo.

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