Senza via d'uscita - Film (1971)

Senza via d'uscita
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Anno: 1971
Genere: thriller (colore)
Note: E'uno dei pochissimi film prodotti da Pier Luigi Torri, leggendario avventuriero e playboy della Roma notturna anni '70.

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/01/09 DAL BENEMERITO RONAX
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Ronax 28/01/09 19:09 - 1248 commenti

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Oscuro thriller diretto nel 1971 dall’altrettanto oscuro Piero Sciumè e risvegliato qualche anno fa dal suo sonno eterno, ma solo per una notte, da Rete 4. Macchinosamente costruito attorno al presunto rapimento di un bambino, il film si srotola con una lentezza esasperante per approdare a un finale ancora più assurdo del resto. Cast coi controfiocchi ma sprecatissimo: Philippe Leroy, Marisa Mell e la sempre divina Lea Massari si muovono con l’aria di non sapere neanche su che set sono.
MEMORABILE: L'ambientazione svedese, insolita per un film italiano.

Fauno 4/02/10 10:08 - 2208 commenti

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Il film procede come un cammello nel deserto, ma proprio come il cammello alla fine arriva alla meta. Interessante per gli esterni di Stoccolma, fa sorridere perché ci si mette anche nei panni di un protagonista che dopo tutto quello che ha patito, si merita un congruo risarcimento. Imperdibile per i fans della Mell (sarò fissato, ma è una delle poche attrici da fan club ufficiale). Bravi tutti gli attori. Uno sdoppiamento psicologico del genere lo rivedremo un decennio abbondante dopo in "Giulia & giulia", con la meravigliosa Kathleen Turner.
MEMORABILE: Le foto alla Mell di Angelo Frontoni, già fotografo di Playboy.

Daidae 24/05/16 17:42 - 3169 commenti

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Passabile. Più che un thriller è un giallo psicologico con "effetto sorpresa". Stranamente ambientato in Svezia, vede un ottimo cast con habitué italiani e stranieri del nostro cinema come Lea Massari, Leroy e George Rigaud. Ritmo diciamo abbastanza lento, poca violenza e una spruzzata di erotismo, da riscoprire senza attendersi chissà cosa.
MEMORABILE: Il bambolotto di ceramica.

Panza 28/05/16 11:39 - 1834 commenti

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Sulla carta potrebbe trattarsi di un thriller qualsiasi incentrato su un rapimento ambientato a Stoccolma, scelta insolita per un film italiano. Invece Sciumè decide di imprimere un ritmo lento e ampolloso che tende a stiracchiare una vicenda di per se minimale che si risolleva nel finale. Il lato psicologico del protagonista viene sviluppato abbastanza bene, ma in generale è difficile seguire con attenzione l'intera pellicola. Funziona la caratterizzazione da impiegato di Leroy. Toccanti le musiche di Piero Piccioni.
MEMORABILE: La banca dove lavora Leroy; Frontoni che mostra le foto che ha scattato alla Mell.

Homesick 4/07/16 12:59 - 5737 commenti

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Uno dei tanti film che glorificano la bellezza di Marisa Mell, le cui artistiche nudità sono riprese sia in diretta sia attraverso scatti fotografici d'autore, e uno dei pochi film in cui la stessa appaia dolce, affranta e indifesa. Nella loro calma piatta sceneggiatura e regia accumulano indizi, insinuano dubbi e suscitano interrogativi, che riversano con forza in un originale finale psicologico. Pochi gli attori, ma tutti seri e adatti alle parti.
MEMORABILE: Hanin mostra a Leroy le gigantografie con le pose sensuali della Mell.

Rufus68 28/09/18 22:44 - 3825 commenti

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Non malaccio. Un giallo psicologico che difetta, purtroppo, di vero spessore drammaturgico (lo scavo interiore è condotto superficialmente), ma che il regista reca in sicurezza nel porto della dignità. Il cast di livello consente di tappare le falle della mancanza di tensione: bravo Hanin, conturbante, al solito, Marisa Mell. Il finale, a sorpresa, indugia troppo nella spiegazione (un altro difetto); ammirevoli, invece, la pudicizia e la sintesi nel rappresentare la morte (rispettivamente il suicidio e l'omicidio). Buone le musiche.

Reeves 21/12/21 06:54 - 2174 commenti

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Insomma, poteva essere peggio, ma anche molto meglio. Produce Pier Luigi Torri, quello del caso "Number One" nonché compagno di Marisa Mell che infatti qui ha un ruolo piuttosto complesso, non è (solo) la bellona che peraltro era. Lo sconosciuto Pero Sciumè porta a casa il compito, caricando un po' troppo i risvolti psicologici e usando lo zoom un po' a casaccio.

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  • Curiosità Lucius • 7/01/23 00:05
    Scrivano - 9063 interventi
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