Polin, l'anatomie du conscrit - Corto (1907)

Nella serie dei protagonisti del cafè-chantant parigino, non poteva mancare Polin, specializzato in monologhi e canzoni buffe vestito da soldato. Ed ecco infatti una delle sue esibizioni canore in tema e in uniforme, che possiamo non solo vedere (in verità, com’era sua caratteristica, senza particolare spettacolarità, anzi in modo contenuto) ma anche ascoltare, grazie al sistema di registrazione e ascolto di un disco in parallelo. Il fondale è buono, la canzone vivace, lui sembra piuttosto simpatico, ma il risultato filmico è piuttosto piatto.

Le considerazioni da fare su questa "Phonoscène" di Alice Guy sono analoghe alle altre sue operine di questo tipo. Di cinematografico non c'è nulla, trattandosi di riprese mirate a immortalare artisti francesi celebri che cantano, grazie ad un sistema di registrazione vocale. Stavolta abbiamo Polin (pseudonimo di Pierre Paul Marsalès, 1863-1927) che, vestito da militare come di (suo) consueto, canta una canzone buffa. Niente da aggiungere (né da dividere).

Ennesimo cortometraggio in cui Alice Guy utilizza un protagonista dello spettacolo parigino dell'epoca per regalarci un paio di minuti di intrattenimento canoro. Il protagonista è il simpatico Polin che attraverso il sistema di registrazione vocale ci delizia con una canzoncina niente male. La cosa più divertente del corto sta nel travestimento di Polin stesso che appare veramente buffo vestito da soldato. Per il resto c'è davvero poco da segnalare perché interpretazione a parte non c'è alcun elemento degno di nota. Altra opera che va ad aggiungersi al catalogo della Guy.