Old joy - Film (2006)

Due vecchi amici, Kurt (Oldham) e Mark (London), partono per un weekend in campeggio in una riserva naturale nei pressi di Portland: è l'occasione per fare il punto sulle proprie vite, sul comune passato, sulle crescenti divergenze nell'osservare il mondo e, forse, su un'attrazione reciproca rimasta silente... Impreziosito dalla bella O.S.T. degli Yo La Tengo, questo ritratto bucolico dall'ambizione generazionale quasi monastica è permeato di tensioni irrisolte ed eloquenti reticenze, che sfociano nella plastica scena alle terme. Troppo implicito rischia però di ottundere e annoiare.

Due vecchi amici passano qualche giorno nei boschi fuori Portland, come ai vecchi tempi. La distanza tra i due, per quanto dissimulata, c'è e si vede; come la natura che recede alle fabbriche e alle tracce dell'uomo nella foresta. Insomma, tutto quello che c'era e adesso non c'è più, un po' come l'amicizia che sfuma dalla giovinezza all'età adulta. Reichardt ci mostra lunghi dialoghi all'apparenza banali, tante carrellate dal finestrino, tanti sguardi ambigui. E la malinconia, che pure è ingombrante, trova una strana leggerezza.

Il cinema indipendente della Reichardt si distingue per le sue trattazioni sociali sempre interessanti e che cercano di scandagliare nella natura dei cittadini moderni, e in questo film lo fa mettendo i protagonisti letteralmente a nudo nella natura vera, quella della foresta e dei fiumi. Le ambientazioni dunque fanno tutto, dato che la sceneggiatura è molto povera e la storia sostanzialmente semplice e vive di pochissimi dialoghi; quelli che ci sono permettono di comprendere il motivo di quest'opera, che apparentemente sembra soltanto un mettere in mostra le bellezze naturali.