Lo specchio della follia - Film (1969)

Lo specchio della follia

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Psycothriller compassato ma di un certo fascino, THE MAD ROOM comincia con una scena d'omicidio sulla quale vengono successivamente sovrimpressi in grafica alcuni articoli di giornale: i sospettati del bieco delitto sono due ragazzini la cui sorella maggiore, Ellen (Stevens), ritroviamo molti anni dopo lavorare come segretaria nella lussuosa villa d'una ricca signora (Winters). Si è fidanzata col figlio della padrona con l'obiettivo di sposarlo. Tra le due donne c'è un ottimo rapporto, tanto che quando i due fratelli di Ellen al tempo internati in una clinica passano alla maggiore età e le autorità decidono di farli uscire, la giovane decide di portarseli in villa chiedendo alla padrona (nonché...Leggi tutto suocera in pectore) di ospitare anche loro. Naturalmente non svela nulla del fosco passato e si limita a dire che essendo morto lo zio che li sosteneva i poverini non sanno dove andare. La signora, di buon cuore, non fa obiezioni, ma ci mette poco a capire che qualcosa, nei due giovani, non va. La ragazzina specialmente è fin toppo schiva e poco socievole (a differenza del fratello, molto più espansivo). Quando la trova nello studio da sempre chiuso a chiave si chiede come abbia fatto a entrarvi. Ellen, interrogata, risponde che non aveva trovato in casa un'altra stanza in cui mandare i fratelli, i quali hanno quotidiana necessità di un luogo chiuso in cui sfogarsi (la "stanza dei pensieri", la chiamano, forse la mad room del titolo originale). La tensione in casa si alza e ci si prepara a qualche grosso colpo di scena, che infatti non tarderà ad arrivare. Quasi per intero ambientato tra gli sfarzosi ambienti della villa con qualche puntata esterna (nel giardino e nei dintorni), il film riprende il TENEBRE del 1941 per un remake che cambia non poco le carte in tavola adattandosi in pieno allo stile dei thriller psicologici di quegli anni, anche come tipo di fotografia dai colori vivaci e scenografie. Molto ben recitato soprattutto dalla Winters, al solito perfetta in un ruolo interpretrato con la caratteristica malizia mista a sensibile umanità, THE MAD ROOM soffre semmai per un soggetto che a livello d'intreccio risulta essere fin troppo semplice, tanto che per inserire qualche variazione il regista ricorre a personaggi talvolta un po' fuori luogo come la moglie del massaggiatore playboy che pare si ripassi le signore dell'alta società o la domestica di casa. Non il massimo dell'incisività Stella Stevens nel ruolo di Ellen e ancor meno Skip Ward in quello del suo fidanzato. Nulla di grave, ma in un film che molto si basa sulle sfumature caratteriali dei pochi personaggi in scena la cosa si nota. Ad ogni modo la storia, nella sua linearità, si segue e sa coinvolgere, andando però a perder punti proprio laddove dovrebbe guadagnarli e cioè nell'ultima parte con colpo di scena allegato, prima di un finale che lascia piuttosto stupefatti e sembra un po' tirato via, nella sua inconcludenza. Il centro della scena se lo prendono le tre donne, coi due maschi decisamente in ombra (non a caso il titolo della pièce da cui ha origine il film si chiama LADIES IN RETIREMENT). Curioso ma non del tutto sballato il titolo italiano, che sposta il focus dalla stanza della follia di quello originale allo specchio dal quale prende avvio la rivelazione chiave.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/09/17 DAL BENEMERITO NICOLA81 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/03/18
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Nicola81 25/09/17 18:50 - 2840 commenti

I gusti di Nicola81

Poco conosciuto ed è un peccato, perché si tratta di un thriller davvero efficace nella rappresentazione dell'orrore e della follia che possono scaturire da una mente malata. Violenza molto più suggerita che mostrata, ma storia coinvolgente nella sua semplicità, sorretta da una tensione che persiste anche nelle fasi interlocutorie. Ottimo il confronto tra la Stevens e la Winters, calzanti le musiche di Dave Grusin. Perfetto esempio di quel buon cinema con pochi mezzi che oggi, evidentemente, non si è più in grado di fare.

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