Le giubbe rosse del Saskatchewan - Film (1954)

Western filo-indiano in cui l'uomo bianco è visto come corruttore e violentatore dell'incontaminata natura canadese. Di buona fattura e con un cast affiatato, se ne apprezzano la forza visiva delle sequenze paesaggistiche e l'amara riflessione, tutt'altro che banale e ben sviluppata, sul tema dell'accettazione dello straniero. Regia pulita ed efficace. Dignitoso, si segue bene ma non è un capolavoro del genere.

Bel western convenzionale di ambientazione canadese del maestro Walsh, che espliciterà meglio il tema dei rapporti fra USA e nativi nel successivo Far West dieci anni più tardi. Ladd e la Winters reggono bene il film, piuttosto movimentato e pieno di pregevoli scene d'azione, con una sceneggiatura vivace benché zeppa di imprecisioni storiche. La vicenda sa di già visto, ma un buon ritmo e una regia accurata rendono la visione agile e piacevole, a patto che siate appassionati del genere e non vi aspettiate un capolavoro...

Affatto male. Un'avventura dal ritmo sostenuto come le consuete di Walsh, piacevole da seguire anche se con personaggi stereotipati, dal protagonista fino ai comprimari. Interessante come gli indiani stavolta siano perfettamente divisi tra buoni e cattivi, senza seguire una corrente ben precisa ma evidenziando le sfumature di diverse tribù. A capo del cast, Ladd fa il suo ma senza strafare.

Bel western nordico in cui lo specialista Raoul Walsh ci racconta una storia nella quale i bianchi sono i predatori e i distruttori dell'equilibrio naturale. Il western classico, quindi, iniziava a mostrare le prime crepe. Il ritmo è buono, i paesaggi sono esaltati dai colori pastosi e molto vivaci. Il problema è Alan Ladd, che si rivela in questo caso troppo mediocre per poter essere il protagonista.