Artificioso tentativo da parte di Buñuel jr. di riproporre tematiche ed atmosfere dei lavori del padre. La lotta tra la borghesia materialista e l’arte è espressa con cromatismo acceso, squarci di immaginazione che irrompono ex abrupto nella realtà, tocchi di grottesco surrealismo. Niente più di un esercizio di stile, tant’è che gli elementi più interessanti sono proprio quelli visionari (Merli incatenato, il nudo illusionistico della Deneuve, la Deneuve adulta e bambina insieme), direttamente mutuati da Buñuel sr.
Noioso quanto sciatto filmetto spacciato per arte. Per vedere quanta differenza corra tra padre e figlio è sufficiente osservare questo film. Ottimo cast che però in questa pellicola non basta, molto belle e pompose le ambientazioni borghesi. Mi tengo largo... e gli do mediocre.
Film di inusitata pretestuosità con cui Bunuel Jr. tenta vanamente di ricalcare temi e atmosfere cari all'illustre genitore senza sapere da dove partire e soprattutto dove andare a parare. Dalla lucida follia di Fernando Rey alle ridicole stregonerie della pur deliziosa Catherine Deneuve, tutto appare immotivato e l'alone di finto mistero che vorrebbe circondare la vicenda rivela solo il vuoto di idee della sceneggiatura e la mancanza di vero "sentire" cinematografico del suo autore. Se il sangue non è acqua, qui è solo un brodino riscaldato.
MEMORABILE: La partita a scacchi su tre piani fra Rey e la Deneuve.
Se non amate l'esoterismo e l'astratto lasciate perdere; è un consiglio da amico. I personaggi e le storie sono reali e attendibili, ma l'ultima mezz'ora piega appunto verso l'astratto e non è subito tutto chiaro. Non poteva non essere decorativo, visto che tratta di arte... Sta allo spettatore estendere o meno la personalità dei tre protagonisti a gruppi o addirittura ceti sociali o centri di potere. Io stavolta non l'ho fatto perché non ne ho sentito il bisogno e son rimasto sull'individuale. Per me più che buono, con le clausole suddette...
Realizza un film copiando pari passo la tecnica del padre, ottenendo un risultato pretestuoso e sconclusionato. Il problema principale è il montaggio, del tutto fuori asse. Nonostante ciò la storia, che ripeto appare ingarbugliata, ha un certo quid, grazie anche ai personaggi la cui psicologia è ben delineata e all'enesima prova della Deneuve nei panni di una strega. Resta però il rammarico per un'opera senza alcuna personalità registica, un'occasione sprecata.
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DiscussioneRaremirko • 20/01/19 21:52 Call center Davinotti - 3863 interventi
Juan non avrà il tocco del padre, ma comunque, come detto da qualcuno, la vicenda un pò di attrattiva ce l'ha.
Bel cast (la stupenda Deneuve, Rey sempre bravo, una mora Betti), mistery e surrealismo amalgamati benino, ma il punto debole è nello script, troppo artificioso e pretestuoso.