La casa senza tempo - Film (1945)

Ideato, sceneggiato e diretto da Andrea Forzano (con lo pseudonimo di Andrea Della Sabbia), il film è uno strano connubio tra giallo, thriller d'epoca e qualche rado spunto da commedia visibile soprattutto nelle caratterizzazioni dei personaggi di secondo piano. Al contrario il protagonista Rossano Brazzi pare molto più sobrio e in contemplazione della situazione che il suo Paolo Sivera, ideatore di un rivoluzionario motore da impiegarsi in aeronautica, non riesce ad afferrare. Una sera infatti, lungo un viale alberato, gli capita di salvare da un incidente stradale una donna (Orlandini) con sua figlia (Gioi). Ancora scosse le riaccompagna a casa, lì nei pressi, trascorrendo...Leggi tutto qualche decina di minuti tra stanze singolarmente arredate (fa bella mostra di sé una beffarda ceramica cinese, vagamente inquietante) in compagnia di Anna, la figlia, la quale sembra nascondere qualcosa e gli spiega come in quella casa tutto sia... incompiuto.

Paolo non capisce cosa possa significare una frase simile, ma il giorno dopo, quando torna lì per riprendere un portasigarette che aveva dimenticato, si trova di fronte a una porta chiusa. Suona ma non gli aprono. Lì non abita nessuno da oltre vent'anni, gli riferisce il portiere, e nel 1919 le due donne che lui descrive morirono in un incidente stradale. Cosa sta succedendo? Paolo, allarmato, avverte la polizia; presto si fan sotto i giornali e la curiosa storia diventa di dominio pubblico, mentre la realizzazione del motore per il quale tutti pendono dalle labbra dell'uomo viene continuamente rimandata creando non pochi dissapori con i colleghi di lavoro.

La suggestiva atmosfera data da un'idea sulla quale molto ha insistito negli anni il cinema mystery (e anche la televisione, si ricorda in tema un buon episodio - "Nell'aria rarefatta" - della serie ALFRED HITCHCOCK PRESENTA con protagonista la figlia di Sir Alfred) non sembra permanere a lungo. Anche perché si concede troppo spazio alla storia del nuovo motore, che interessa ben pochi, lasciando l'enigma della casa quasi sullo sfondo. Nell'appartamento entra nel frattempo anche la polizia, scoprendovi però ragnatele e chiari segni di abbandono, cosa che fa dubitare più d'uno della sanità mentale di Paolo. Si procede tuttavia con decisa linearità fino all'ultima parte, quando una vicenda fin lì comprensibile, attendista e che lasciava sognare un finale sorprendente, d'improvviso fa partire un flashback che dà il via a un caos inatteso e che - considerato il poco tempo a disposizione per spiegarne le implicazioni – confonde tutto terribilmente e maldestramente, con l'entrata in scena (dal nulla) di un personaggio chiave chiamato lì a dare un senso alla soluzione "gialla" (con tanto di cadavere).

E dire che fino a quel punto s'era pure concesso tempo alla Gioi per intonare una canzone e a una ballerina locale (siamo in Spagna) per danzare al night... Se insomma ci si fosse premurati di dosare meglio ogni componente ne sarebbe risultato un film più armonico e godibile, perché anche a voler accordare le attenuanti attribuibili alla lontana epoca di realizzazione, alla presenza di un Brazzi troppo legnoso e compassato contrapposto ad altri (come Romano) spesso innaturalmente sopra le righe, l'insieme raramente sa farsi appassionante; e in fin dei conti anche la parte legata al mistero della casa "senza tempo" (prima abitata e il giorno dopo soffocata nelle ragnatele) viene sviluppata in modo troppo elementare. Ci si salva giusto grazie all'apprezzabile confezione...

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