L'uomo della fortuna - Film (2000)

Solito campionario di napoletanità sparsa che avrebbe pure l'ardire di far parodia dei luoghi comuni partenopei col risultato che da ridere c'è men che poco mentre i macchiettismi ci son tutti. Ennesima esordiente alle prese con storielle favolistiche-buoniste da salotto borghese per un docile e rassicurante intrattenimento salottiero. Occorreva studiare a Parigi per ricalcare idee da Terno secco o ritagliarsi una scenetta per far mostra del proprio francese? Scult il boss di Young (doppia Craccolo): si limita solo a muovere un po' le labbra.

Esordio registico per Silvia Saraceno, che del film cura anche la sceneggiatura. Camorra, gioco del lotto e via discorrendo nel più classico campionario d'ovvietà partenopee tanto care al cinema popolare. Un film povero e si vede: le location sono tristi, le interpretazioni non molto convincenti perché basate su un'eccessiva teatralità che si fa sguaiata, lontana mille miglia da quella dei grandi attori italici d'antan. Qua e là si scorge la vera essenza del film, che vorrebbe avere qualche ambizione, ma è tutto offerto con troppa superficialità per poter essere salvato.