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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/04/12 DAL BENEMERITO NANCY
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Nancy 11/04/12 17:27 - 774 commenti

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Un violinista al quale è stato rotto il violino si dà 8 giorni per morire, poiché nelle sue note vi era racchiusa l'essenza stessa della sua vita. Tra flashback e flashforward si ricostruiscono drammi e gioie della vita dell'uomo e delle persone che gli sono più care in un percorso interiore che ci porterà solo nel finale a capire la vera importanza del violino stesso. Toccante, ben architettato e ben fatto: se si supera qualche lentezza nei primi 25 minuti si resta catturati e toccati nel profondo da questa triste favola in salsa mediorientale.
MEMORABILE: La figlia di Nasser ali: "L'ha chiamato Jimmy Nasser. Se mio padre lo sapesse gli partirebbe un embolo. "

Xamini 15/04/12 15:54 - 1247 commenti

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L'accoppiata Satrapi-Paronnaud torna, dopo Persepolis, per raccontarci una fiaba in carne e ossa. Con l'avvento degli attori, non si perde tuttavia l'attitudine all'illustrazione: i fondali sono spesso disegnati e diversi momenti raccontati attraverso l'uso del tratto. Questa simbiosi permette di spostare i giochi ampiamente sopra le righe e regala più di un sorriso. Tuttavia è l'intero racconto a soffrire di qualche lentezza eccessiva e di una leggera povertà di contenuti che, nonostante la buona decostruzione, tende a venire a galla. Resta, in ogni caso, un buon film.

Galbo 17/04/12 05:43 - 12380 commenti

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Dagli autori del delizioso Persepolis, una storia che mescola abilmente ironia, sguardi filosofici sulla vita e sentimento. Il film segue (in maniera non regolare dal punto di vista cronologico) la vita (o i suoi momenti salienti) di un violinista iraniano. Gli autori ne cologono i lati più caratteristici sempre con uno sguardo ironico che lascia il passo nella bella parte finale al pieno dispiegamento dei sentimenti. In una cornice fotografica eccellente (e con brevi segmenti di animazione) si muove un cast ben scelto.

Cotola 19/04/12 23:30 - 9012 commenti

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Il film soffre soprattutto, a mio parere, di un difetto già presente, in misura minoritaria, nell'opera precedente della Satrapi: la ruffianeria. La storia (godibile e carina) ha troppi momenti che sembrano fatti per compiacere il pubblico ed anche gli svolazzi formali, spesso inutili ed autocompiaciuti, ed una colonna sonora pomposa e "sentimentalista", vanno verso quella direzione. Non male, per carità, ma il cinema iraniano (vedi alla voce Fahradi e Godhabi) ha mostrato ben altro spessore.

Ford 5/05/12 21:21 - 582 commenti

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Film non perfetto ma di una poesia accecante, visivamente elegante ai limiti del virtuoso, una sceneggiatura elegante che si dipana pian piano, una fotografia curatissima e un protagonista inaspettato: il fumo; ogni volta che qualcuno porta alla bocca una sigaretta gli occhi festeggiano. Non è un bel messaggio, ma siamo al cinema, mica a scuola. Immancabili le critiche a certe sclerosi della società iraniana di ieri e di oggi (le parti meno riuscite, purtroppo, forse un campo da lasciare ai suoi colleghi più impegnati).

Myvincent 7/05/12 08:12 - 3727 commenti

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L'amore (e il matrimonio) al tempo dell'Iran pre-rivoluzione, dove le scelte erano obbligate e non c'era posto per il sentimento. Il film ha il pregio di raccontare con ironia e auto-ironia il tema della morte come unica forma di rappresentazione di una vita ideale, quando gli ideali non hanno modo di sopravvivere più. Fantasioso il montaggio.

Paulaster 23/08/12 10:30 - 4391 commenti

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La Satrapi conferma l’ispirazione e riesce a tratteggiare un film delicato e fiabesco. Teheran fa da solito sfondo alla trama con felici rivisitazioni storiche in una sorta di dedica del tempo che fu. Eccellente prova di Amalric, favorita dalla fotografia e da trovate al limite del fantastico; regge un ritmo che nella sua frammentazione soffre alla distanza.

Pigro 19/09/13 09:04 - 9635 commenti

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Satrapi ha la grazia di saper trasformare piccole storie famigliari in saghe poetiche di raffinata bellezza (soprattutto visiva) e fascino seducente, anche grazie a una magnifica sceneggiatura che gioca sugli slittamenti temporali e di svelamento. Così la storia del violinista che decide di lasciarsi morire dopo la rottura del suo strumento, man mano fa scoprire altre ragioni, e a quel punto il film prende il volo, arrivando a scene da antologia, come la morte della madre o il riconoscimento da anziani dei due innamorati separati. Incantevole.

Nando 18/02/14 17:35 - 3810 commenti

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Un amore osteggiato dal padre di lei genera una narrazione con numerosi sbalzi temporali ricca di poesia e incanto. Il ciclo della vita di un violinista con alcuni momenti toccanti e nella parte finale spazio alle immagini e alla commozione. Un bellissimo affresco che si avvale di ottimi interpreti.

Lou 11/10/15 23:53 - 1119 commenti

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Tratto dalla graphic novel della stessa Satrapi, il film è una favola poetica e ricca di spunti sui grandi valori della vita, l'amore e l'arte. La realizzazione è particolare, con inserti di animazione e ambientazioni surreali. La narrazione è scandita dalla successione degli ultimi otto giorni di vita del protagonista, dopo la distruzione del suo violino da parte della mai amata moglie, con una accelerazione finale d'effetto che chiude il cerchio degli eventi. Per amanti del genere. Ricorda Il favoloso mondo di Amelie.

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Daniela 12/05/19 22:24 - 12626 commenti

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La perdita del suo strumento induce un violinista a lasciarsi morire per inedia. Negli otto giorni successivi, fra flashback e flash-forward, scopriamo i motivi di questo attaccamento, dietro il quale si cela un amore contrastato... Già autori del bel Persepolis, i due registi qui propongono una finta biografia in cui il grottesco va a braccetto con la poesia. Non esente da difetti - talvolta l'amelieté della rappresentazione rischia di stuccare - ma visivamente prezioso, con sequenze magicamente suggestive ed altre che sorprendono per l'eleganza dell'ellisse narrativa.
MEMORABILE: Il funerale della madre con la nuvoletta di fumo stanziale

Minitina80 24/05/21 22:38 - 2980 commenti

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Un racconto ricercato tanto nel linguaggio che nella forma espressiva. Iltono fiabesco ben si addice alle vicissitudini del protagonista, enfatizzando il tocco poetico che vaga tra il leggiadro e il serioso. Non manca qualche piccolo momento di fiacca in cui arranca il passo, anche se la ripresa è quasi immediata. Sembra che la storia sia il veicolo di una critica aspra a un qualcosa di specifico che esce allo scoperto nell’ultima parte, quando il cerchio si chiude. Riesce, inoltre, a condensare il tutto nei canonici novanta minuti, senza allungare il brodo all’eccesso.
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  • Curiosità Nancy • 11/04/12 23:16
    Fotocopista - 147 interventi
    Nell'unica parte in animazione del film, verso il finale, quando l'angelo della morte appare a Nasser ali, la storia che questo racconta è identica alla storia raccontata da Vecchioni nella sua canzone "Samarcanda".
    Tuttavia, leggo da Wikipedia che Vecchioni per la canzone si è ispirato a una favola orientale.
  • Homevideo Gestarsh99 • 17/07/12 21:25
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 12/09/2012 per Officine UBU/Rai Cinema: