Il massacro degli innocenti - Film (1993)

Dio ci scampi dalla stupida e vetusta idea che i film debbano rappresentare la realtà. Ma dinanzi ad una sceneggiatura come quella del film in questione, priva per lunghissimi tratti di qualsiasi verosimiglianza, non si può tacere. E così il clima malsano tipico di un certo cinema di genere del passato, per quanto ben ricreato dal regista e dalla sua squadra, va quasi completamente a farsi benedire per colpa di scelte narrative davvero imbarazzanti e ridicole. A ciò si aggiunga la poca originalità dell'insieme e la frittata è quasi fatta.

Parte senza troppi preamboli questo improbabile thrilliziesco a sfondo messianico-esoterico, cercando già dal titolo di adottare la stessa tecnica d'indagine ossessiva e perversa di cui si era avvalso un caposaldo come Il silenzio degli innocenti. Un insipido agente dell'FBI che tenta di stanare un invasato pretucolo ammazza-bambini ricorrendo alle doti intuitive del figlioletto, un geniaccio provvisto di ogni attrezzatura iper-tech (pc a comando vocale, cellulari, agendine elettroniche, localizzatori satellitari). Si naviga a vista tra lo sconclusionato e il vergognosamente inverosimile.

Glickenhaus cade nella trappola degli anni '90: negli anni '80 si esagerava sapendo di confrontarsi con un pubblico schierato mentalmente con quelle esagerazioni e quegli immaginari. Nei '90 la mancanza di immaginari e di prospettive hanno consegnato alla storia della cinematografia pellicole che soffrono la mancanza di qualcosa. Qui è la razionalità che viene a mancare, soprattutto il ruolo del bambino "superfantagenio" è sicuramente sproporzionato rispetto alle sue reali capacità. Devo comunque dire che il covo del killer è da spavento.