Buiomega71 • 1/11/21 10:49
Consigliere - 27174 interventiMa che meraviglia estasiatica che è
Twixt, ma che balocco coppoliano di straordinaria bellezza visiva, dove il sommo dà ancora la polvere agli imberbi giovanotti considerati registi cult dalle nuove generazioni.
Rimanevo a bocca aperta per contanta e stupefacente chincagliera surrealista e fantasmagorica che Coppola sperimentava sullo schermo, con quella voglia di giocare con la purezza del cinema come in
Un sogno lungo un giorno, fregandosene di compiacere il pubblico, e perdendosi nelle sue ossessioni.
Un incubo lungo una notte, dove Coppola carica ancor di più che in
Dracula i simbolismi, le invenzioni da "lanterna magica" e le delizie visive, che divampano sullo schermo e inebriano il puro piacere dell'estetica.
I colori fiammeggianti (prevale il rosso, come il sangue, le fiamme del camino, il tappeto, la luce della lanterna, il porpora che abbaglia dalle finestre dell'albergo maledetto) che macchiano il bianco e nero dei flashback (o degli onirismi) lunari, il volto di Poe che si riflette nel pallore della luna, la figura di Virginia che si proietta nello specchio d'acqua, gli orologi del campanile, i bimbi fantasma che escono dallo scantinato, Poe e Kilmer che vagano nella notte umida e piena di misteri, perduti nel tempo e nello spazio.
Ma la nerissima e suggestiva fiaba gotica coppoliana è una soave scheggia impazzita, che dispensa incantevole ciarpame di cui si rimane avvolti e inghiottiti, persi in un limbo, di cui non si vorrebbe più destarsi.
Oltre che agli omaggi letterari a Poe (
il gatto nero/murata viva,
Berenice/i denti con apparecchio di Virginia,
La casa Usher/il risveglio di Virginia, là, sulla porta), Coppola gioca a rimpiattino con il suo cinema, in un cortocircuito citazionistico che sconfina nella dolorosa vita privata (la morte del figlio, rivissuta nell'incidente in acqua, dove perirà la figlia di Kilmer, che prende forma nello stesso specchio d'acqua dove appariva Virginia. Cinema nel cinema, schermo fantastico che si proietta come in un gioco a scatole cinesi).
Un Rusty James perduto (e che recita, in francese, Baudelaire) rapisce, in moto, Virginia trasformandola in una vampira, Kilmer alla macchina da scrivere ha perso l'ispirazione e cita un monologo alla Kurtz, i ritrovi dei ragazzi della 56ma strada diventano bivacchi in riva al lago dal sentor di esoterismo e stregoneria, il gotico di
Dementia 13 e
Dracula viene nuovamente filtrato attraverso un surrealismo sempre più radicale e ammaliante, Kilmer cade dal campanile come il cardinale del terzo
Padrino cadeva nel vuoto e ritornano le pennelate di colore nell'oscurità del bianco e nero come i pesci da combattimento di
Rusty il selvaggio.
Blocco dello scrittore (o del cineasta), un guazzabuglio che si muove tra sogno e velia, la bellezza etera e dannata della Fanning (straordinaria la sequenza quando lievita sporca di sangue o punisce a colpi di catene il reverendo invasato e assassino o la sua prima apparizione, nei boschi, a Kilmer), i rimandi all'epressionismo (la stanza sghemba zeppa di croci alla
Dottor Caligari), al gotico nostrano (Virginia che spia dalla finestra), a inaspettati attimi di crudeltà ( la limonata avvelenata, i bimbi sgozzati) e a inebrianti geyser di sangue (il paletto tolto dal cuore di Virginia, che si risveglia famelica vampira stile
Le notti di Salem) e chiusa metaletteraria che è nello stesso tempo colpo di genio e metafora che si muove tra reale e immaginario, incubo e realtà, fantasia e creatività.
Tolto il personaggio dello sceriffo di Dern che resta fastidioso e costantemente sopra le righe (ma il modellino della sedia elettrica per vampiri con la Barbie come vittima sacrificale è delizoso), questa immersione coppoliana nel fantastico è una delle cose più belle e incantevoli che abbia visto negli ultimi anni (mi veniva in mente la stessa operazione che fece Neil Jordan con
In compagnia dei lupi e il bellissimo, quanto sottostimato,
Scarlatti), dove l'immaginazione al potere ha ancora il suo peso, nella più tersa espressione di fare cinema, e Coppola (dopo anni di fermi e piccoli film personali, come lo è
Twixt) si dimostra ancora una volta una delle figure più immense che ha ancora parecchio da insegnare, un autore che non ha perso la sua voglia di sperimentare e di regalare appariscenza e magnificenza, mettendo il suo personalissimo estro a servizio di un racconto dell'orrore (di fantasmi, di vampiri con l'apparecchio, di strage degli innocenti, di boschi incantati e stregati, di preti invasati in odor di pedofilia, di motorcycleboy tristi e maledetti) che è un magico viaggio che, appena finisce, vorresti fare un'altra volta, perduto in quel mondo di incubi e miracoli di inestricabile malia.
Da noi ancora colpevolmente inedito (io sono dovuto ricorrere al dvd francese della
Pathè, che ha una qualità video a dir poco eccellente, ma con solo audio inglese e francese e sub francesi). Un vero peccato per questo diamante coppoliano da preservare con cura.
E il sommo chiude (parzialmente) la sua straordinaria carriera ad un passo dal capolavoro.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/10/19
Buiomega71
Rebis
Minitina80, Lupus73
Lupoprezzo, Myvincent, Marcel M.J. Davinotti jr.
Cotola, Mickes2, Jena, Pumpkh75, Rambo90, Orson, Beffardo57