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Discussioni su Tigers are not afraid - Film (2017)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/11/20 DAL BENEMERITO KINODROP
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  • Grande esempio di cinema:
    Jaspers, Il ferrini
  • Davvero notevole!:
    Hackett
  • Non male, dopotutto:
    Pumpkh75
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Schramm
  • Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
    Kinodrop, Buiomega71

DISCUSSIONE GENERALE

1 post
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  • Buiomega71 • 3/07/21 10:21
    Consigliere - 27150 interventi
    Favoletta sull'iniziazione di un gruppo di ragazzini alla sbando nel Messico infiammato e devastato dai cartelli della droga.

    Sulla carta prometteva bene, ma , a conti fatti, e sfrangiando alcuni momenti brutali (non tantissimi in realtà) , assume il poco entusiasmante look da filmetto per ragazzini, una sottospecie di Banda dei cinque mixato col crime movie, che usa e abusa dei soliti triti e ritriti stilemi da j-horror (le apparizioni spettrali femminili, i fantasmi disarticolati, i cadaveri che chiedono aiutano e si ritrovano tutti in massa come in una scena analoga di quella cafonata di The boogeyman o presa di peso dal secondo Insidious), che ammicca al cinema di Del Toro coniugando realismo e fantastico, ma non avendo ne il talento ne tantomeno la forza suggestiva dell'autore de La spina del diavolo

    Filmetto anemico, convenzionale, banale, a volte patetico, non poco noiosetto, che gira tutt'intorno a questa ragazzina che vede i morti dappertutto (la madre in una specie di sacco della morgue come Tina nel primo Nightmare), a stè gruppo di ragazzini che devono fuggire da un feroce cartello della droga candidato a sindaco della città, a terribili animaletti in CG che manco nel Bambino d'oro, al lacrimevole forzato che dà l'effetto contrario (la morte improvvisa di uno dei ragazzini lascia totalmente indifferenti), a scampoli fiabeschi vecchi come il cucco, ai soliti passaggi iniziatici da romanzetto di formazione.

    Se non fosse per alcuni attimi violenti (che poi non sono nulla di chè, tutta roba stravista, anche nel più misero crime-movie) , non sfigurerebbe come una specie di Piccoli brividi in salsa messicana

    Tutto già visto e stravisto e raccontato meglio altrove  (mi stupiscono le sperticate lodi, ma tant'è), dove l'empatia per questi ragazzini scappati da casa è prossima allo zero, e , ahimè, il film ruota praticamente tutto intorno a loro, con il capo banda che fa il duro ma in realtà si dimostra sensibile, il bambino che non parla più e dovrebbe suscitare tenerezza, la ragazzina che non ha paura di nulla e si rivela più tosta dei maschietti, insomma la quintessenza dei luoghi comuni, ormai venuti a nausea.

    Sprazzi fantasy mal gestiti (il murales della tigre che si anima, i gessetti con i tre desideri, serpentelli e pipistrelli in CG, il finale con la tigre vera-all'inizio credevo si andasse a parare in zona Mr.Tiger, primo, e bellissimo episodio del amicusiano Il baratro della follia, ma speranze disilluse-), amalgama tra le durezze della vita e l'atmosfera fiabesco/horror che lascia parecchio a desiderare.

    Se questo gruppo di ninos, che vive nelle bidonville di Città del Messico, non arriva ne a commuovere ne tantomeno a intenerire, quello che rimane sono alcuni scoppi di violenza (il video/snuff sullo smartphone, le teste sparate nei bagni pubblici), scorci di suggestiva necrofilia (lo scantinato con i cadaveri ammassati chiusi nei sacchi e in via di putrefazione) e il simpatico peluche di tigrotto animato che, però, sembra uscito da un film Disney.

    Tutto il resto si barcamena tra patetismi da lacrima movie, spizzichi e bocconi da horroretto da bancarella e situazioni adolescenziali vietate ai maggiori di 13 anni.

    La Lopez non gira nemmeno male (anche se senbra rimasta a The grudge nelle pacchiane manifestazioni fantasmatiche)  ha certa sensibilità femminile per quello che racconta, e proietta se stessa da ragazzina nella figura di Estrella, così come è pregevole la fotografia e il make up cadaverico di Adam Zoller, ma a mancare è tutto il resto, in primis le emozioni e il coinvolgimento, in quello che è un coacervo di stereotipi e banalità assortite.

    La prevedibilità e la scontatezza è talmente imbarazzante da suscitare quasi tenerezza.

    Si buttano secchiate di astio verso Annabelle o The nun e si glorifica a spron batutto stò filmetto quì che è appunto la sagra dei derivati di Wan e soci (almeno sul lato prettamente horror), ma solo perchè è Messicano? Perchè mostra gli orfanelli che combattono per una giusta causa?  Perchè quando ci sono i bambini di mezzo prepariamo i fazzoletti?  L'imperante e scellerato politicamente corretto? La domanda mi sorge spontanea a questo punto.

    Eccessivamente e incredibilmente soppravalutato oltre ogni misura, con sponsorizzazione furbissima di Stephen King al seguito.
    Ultima modifica: 4/07/21 11:08 da Buiomega71