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Aspetto con somma trepidazione il parere illustre (e soprattutto competente) del caro Pigro. Spero che a breve possa ritagliarsi un piccolo spazio da dedicare a questa fantastica opera.
......arriverà presto!
Non so se nei prossimi giorni, ma comunque l'ho già recuperato, e appena sarò nel mood giusto (perché ci vuole anche quello) lo affronterò.
Illustre.... diciamo "lustrìsimo" alla Goldoni, e allora posso starci ;-)
Zender, anche in italiano le parole "Sunset" e "Limited" vanno messe con l'iniziale maiuscola, perché si tratta del nome di un treno. Sarebbe come dire "La Freccia del Sud". Più esattamente significa "L'Espresso del Tramonto" ed è il treno che collega la Louisiana con la California, praticamente attraversa gli Usa da Est a Ovest (verso il tramonto, appunto): lo si vede spesso in molti film, tra l'altro.
La cosa curiosa è che McCarthy, autore di questo testo, parla invece del "Sunset Limited" come fosse un treno della metropolitana di New York, che però non esiste!
Zender • 22/03/12 09:26 Capo scrivano - 49346 interventi
beh mi sputo davvero in un occhio per aver snobbato per ben un lustro questo gioiello quando mi sarebbe bastata la firma registica per esortarmi a dargli priorità. in virtù di questa non mi trovo affatto d'accordo con pigro quando commenta che "non esiste infatti alcuno spunto visivo, e in definitiva alcuno spunto registico, che riesca a dare una marcia in più (o un senso nuovo) alle parole originarie" o con galbo quando osserva che "ha pochissimo di cinematografico": vi sono lungo il ping-pong intellettivo delle precise scelte di taglio visivo (l'attenzione al calibrato dettaglio, grandangoli dall'alto mentre si abbracciano le sfumature più metafisiche e si potrebbe continuare altre 5 righe almeno) o di movimento della mdp (che su punti nodali si stringe a semicerchio sui volti, il campo-controcampo sabotato di continuo dalla disposizione frontale e dai profili), senza contare l'uso centellinato ma preciso della musica (peraltro molto bella) di beltrami o del tessuto sonoro, atto quasi a far sembrare i due protagonisti in un purgatorio che fa da cerniera tra l'inferno del mondo attorno e sotto, e il cielo soprastante. in definitiva la trovo un'opera grammaticamente molto ricca, dal montaggio tutt'altro che monocorde e ordinario che si giustappone o contrappone con puntualità alla ricchezza del testo e delle interpretazioni (che da sole bastano a farmi abbracciare il quadripalla di didda).
un'opera cinemagistrale ahimé passata un po' troppo inosservata, il cui recupero -nemmen dirlo, rigorosamente in originale- consiglierei a tutti.
La mia freddezza è quella di chi, di fronte a un testo strepitoso, chiede a chi lo vuol portare in scena o sullo schermo di aggiungere qualcosa alla semplice lettura. Ecco, in questo caso ho visto un prodotto dignitoso, fedele al testo originale, soprattutto un film attento a porre in rilievo la recitazione (e infatti il regista non è altri che l'attore...). Ma il film non aggiunge nulla al testo originario. E infatti è di gran lunga il testo che fa il film. Diciamo che il film è il minimo indispensabile per chi vuole portare sullo schermo quel capolavoro di dialogo: e infatti ho dato le due palle e mezzo che per me significano la sufficienza. Se mi fossi limitato a leggere il testo cosa mi sarei perso? Giusto la bravura degli attori. Appunto: due palle e mezzo. ;-)
Schramm
Didda23
Paulaster, Il ferrini, Enzus79
Galbo
Pigro