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Discussioni su Papaya dei Caraibi - Film (1978)

DISCUSSIONE GENERALE

8 post
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  • G.Godardi • 10/11/07 17:40
    Fotocopista - 663 interventi
    Si...ricordo la copertina vista in videoteca un attimo prima di noleggiare il film...

    Ma la mitica label LF(con swede a San Giovanni in persiceto in Bologna!) che fine ha fatto?
    Come mai non ha deciso di buttarsi sul mercato dvd?
  • Zender • 10/11/07 18:02
    Capo scrivano - 49116 interventi
    Ricordo che ci avevo parlato con Forni all'epoca, facendogli proprio questa domanda. Lui disse che non gli conveniva. Poi ci ha provato (ha fatto uscire in edizioni ultrascarne, senza divisioni in capitoli, robe quasi amatoriali, le notti erotiche dei morti viventi, e altri due titoli. Ma ha smesso subito.
  • G.Godardi • 10/11/07 18:30
    Fotocopista - 663 interventi
    mmmm...non gli conveniva...mi sembra strano,forse gli erano scaduti i diritti sui film.
    A me sembra invece che all'inizio del mercato dvd poteva fare bei guadagni,certo adesso è troppo tardi,ci sono troppe label in giro,ma agli inizi degli anni 2000 si poteva fare.
  • Zender • 10/11/07 19:06
    Capo scrivano - 49116 interventi
    Ti assicuro che la pensavo esattamente come te e glielo ripetei più volte (il dvd è il futuro ecc. ecc.). Lui faceva un discorso complesso che ora non ricordo ma che arrivava a dimostrare che, effettivamente, non gli conveniva. Diceva che glielo avevano chiesto in tanti ma, ciononostante, non gli conveniva lo stesso.
  • G.Godardi • 10/11/07 19:20
    Fotocopista - 663 interventi
    Mi pare di capire che l'home video non era la sua principale fonte di sostentamento...
  • Zender • 10/11/07 19:22
    Capo scrivano - 49116 interventi
    Per l'appunto. Mi pare dipingesse...
  • G.Godardi • 10/11/07 19:34
    Fotocopista - 663 interventi
    Ah però....un artista!

    in un sito ho trovato questo:

    Lamberto Forni:

    Grande appassionato di cinema, titolare di una videoteca nel centro di Bologna, regista, editore, ha conosciuto Lucio Fulci e ne ha restaurato capolavori in pellicola (vedi copertina a fianco: "Zombi 2" nell’edizione Lamberto Forni) contribuendo con la sua etichetta LF FILM alla riscoperta del cinema italiano "di genere".
    Ultima modifica: 11/11/07 03:36 da G.Godardi
  • Buiomega71 • 14/08/21 10:08
    Consigliere - 27279 interventi
    Rassegna estiva
    EsoticaErotica
    Un'estate al tropico dei sensi
     

    Il paradosso dei paradossi, il mio amato zio Joe è quello che in questa rassegna al tropico dei sensi stà toppando alla grande.

    Dopo il deludente Eva nera, lo sconforto continua con Papaya dei Caraibi (curioso come il film giri tutto su una trovata "Evirazione a morsi!" che dura si e no una manciata di secondi a inizio film, più comica che altro, pseudo ultimacasasinistrata più grottesca che scioccante).

    L'incipit, comunque, non è male (in puro stile zio Joe) con la papaya spalmata sul corpo della vittima maschile, la castrazione appunto e la capanna data alle fiamme.

    Poi il film si spegne in automatico, diventa noioso e ripetitivo, dove restano quasi unicamente le paradisiache location esotiche di Santo Domingo.

    Aristide pare indeciso se fare un horror tout court dai sapori voodoo o buttarla sul sesso, qundi fa un ibrido che non funziona quasi mai, nonostante la sua mano si senta indiscutibilmente, cerca di guadagnare metraggio con momenti francamente inutili (il combattimento tra galli, l'estenuante perlustrazione del villaggio abbandonato) e lo sfondo ecologista è di quanto più ridicolo e loffio si possa immaginare.

    Lo zio Aristide è sempre andato a braccetto con gli umori dei fumettacci stile Terror o Oltretomba (Papaya ne è la quintessenza) ma il suo "esordio" nel genere caraibico (Orgasmo nero è l'apoteosi) lascia parecchi dubbi e ben pochi entusiasmi.

    Non che il film non viva di suggestioni, anzi, ma e proprio il plot di fondo (una cospirazione terroristica terzomondista) a minarne la riuscita che fa sprofondare il film nella superficialità.

    Buone le derive horror, girate con gusto visionario che sembrano anticipare Antropophagus (il villaggio fantasma, la vecchia sull'uscio, la sedia a dondolo che si muove da sola, la minaccia incombente, l'atmosfera sospesa e allucinata), che sfociano in un delirante rito tribale tra suini sviscerati in diretta, officianti coi mascheroni, una vittima squartata con estrazione e addentamento del cuore (che pare un Buio omega ai tropici), una negretta che si scatena in un ballo funky alla Discoring e Poli e la Lane denudati completamente dagli adepti.

    I momenti migliori del film sicuramente, immersione rapida nel cinema viscerale massaccesiano senza sconti, folle e incubotica deriva nei meandri oscuri dell'autore di La morte ha sorriso all'assassino (che viene occultamente citato nell'apparizione dello spettrale calesse nero senza conducente, che attraversa il villaggio), dove Aristide da il meglio di se (in una stoccata di regia serratissima) nel momento in cui la Lane viene braccata sulla spiaggia dai ragazzini del villaggio in stile Ma come si può uccidere un bambino?

    Poi il nulla, sesso, tanto, parecchio (che se fosse stato hard ne avrebbe guadagnato e ben si prestava, il soft non incide in questo tipo di filmacci, resta moscio, poco coinvolgente), a tre nella vasca da bagno (il top dei top quando la Lane stà per praticare sesso orale a Poli e la Melissa le scosta il volto perchè vuole prodigarsi lei all'arte amatoria oral), la Lane che si pastrugna sconsolata sul letto, la Lane con il mandingo di turno sulla battigia, la lesbicata con tra la Lane e Melissa (interrotta dal montaggio alternato delle due che corrono e si carezzano sulla spiaggia alla Paradise), Poli fatto fuori dalle fatiche sessuali da una Papaya affamatissima.

    Eppoi nudi, integralissimi, quasi sempre, del terzetto con Poli perennemente col coso di fuori (come menziona il Mereghetti), statuari quelli della Lane (che, sinceramente, così terribile non è, donna con una notevole carica erotica, dallo sguardo vogliosetto e con quel fascino morbosetto che non guasta) che passa dalle braccia di Poli, al sesso interrazziale, fino a quello saffico con nonchalance.

    Ma la mistura di sex and violence tipicamente massaccesiana questa volta non funziona ed è mal amalgamata e Melissa Chimenti è semplicemente terribile nel ruolo dell'indigena Papaya

    Bruttissime musiche di Cipriani e , fattore assai gravissimo, lo zio Joe nega pure i suoi provebiali finali shock per uno ciclico francamente buttato lì.

    Forse il peggior caraibico massaccesiano (più importante come valore storico che altro) dove, a conti fatti, vien voglia di rivalutare Eva nera.
    Ultima modifica: 14/08/21 10:22 da Buiomega71