Discussioni su La noia - Film (1963)

DISCUSSIONE GENERALE

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  • Dusso • 21/03/11 23:24
    Archivista in seconda - 1830 interventi
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...
  • B. Legnani • 21/03/11 23:59
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Dusso ebbe a dire:
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...

    Dipendeva molto dal contesto. Lasciavano queste cose nei film "alti", assai meno in quelli "bassi".
  • Lucius • 22/03/11 00:40
    Scrivano - 9063 interventi
    La produzione era internazionale, la sceneggiatura richiedeva per taluni personaggi una certa audacia e meno male, visto il risultato.Anche se Bette Davis non ha amato molto questa pellicola, io la trovo affascinante.
  • Caesars • 22/03/11 14:16
    Scrivano - 16800 interventi
    Dusso ebbe a dire:
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...

    Il primo seno nudo in un film italiano risale a "La cena delle beffe" (quello di Clara Calamai) del 1941.
  • B. Legnani • 22/03/11 14:52
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Dusso ebbe a dire:
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...

    Il primo seno nudo in un film italiano risale a "La cena delle beffe" (quello di Clara Calamai) del 1941.


    Non è esatto. La prima fu Vittoria Carpi (La corona di ferro, Alessandro Blasetti, 1940).
  • Caesars • 22/03/11 15:20
    Scrivano - 16800 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Caesars ebbe a dire:
    Dusso ebbe a dire:
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...

    Il primo seno nudo in un film italiano risale a "La cena delle beffe" (quello di Clara Calamai) del 1941.


    Non è esatto. La prima fu Vittoria Carpi (La corona di ferro, Alessandro Blasetti, 1940).


    Ah, questa proprio non la savevo.
    Va quindi anche corretta la nota nella scheda de "La cena delle beffe" che convermava la mia versione.
    Grazie Buono della segnalazione.
  • B. Legnani • 22/03/11 15:23
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Caesars ebbe a dire:
    Dusso ebbe a dire:
    Sono rimasto di stucco nel vedere in un film italiano del 1963,delle fotografie di donne dove si vedono anche se brevemente seni e sedere,ma pensavo che all'epoca la censura fosse rigidissima su queste cose...

    Il primo seno nudo in un film italiano risale a "La cena delle beffe" (quello di Clara Calamai) del 1941.


    Non è esatto. La prima fu Vittoria Carpi (La corona di ferro, Alessandro Blasetti, 1940).


    Ah, questa proprio non la savevo.
    Va quindi anche corretta la nota nella scheda de "La cena delle beffe" che convermava la mia versione.
    Grazie Buono della segnalazione.


    Dimenticavo. Medaglia di bronzo a Doris Duranti, Carmela, 1942...
  • Buiomega71 • 6/08/20 00:54
    Consigliere - 25943 interventi
    Zendy, da togliere dal cast Rita Pavone, si sente spesso la canzone Che mi importa del mondo, ma la Pavone, come attrice (o comparsata) non c'è
    Ultima modifica: 6/08/20 00:55 da Buiomega71
  • Buiomega71 • 6/08/20 10:43
    Consigliere - 25943 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Non ha la crudeltà e il pessimismo nero del Rossetto, ma resta un buon Damiani, che riesce , comunque, visto l'epoca, a tirare frecciate piuttosto scomode (le foto delle modelle nude con seni e sederi al vento, il pittore che se la fa con le ragazzine, la Spaak che si fa pagare per la sua compagnia e per le sue effusioni amorose, il tentato stupro al parco, la Spaak che vuole farlo sul talamo della madre di Dino, la frivolezza vacua della ragazzetta mangiauomini, la governante Rita, in odor di ninfomania, che provoca morbosamente Dino a inizio film, e lui che le tasta il sedere a tavola in presenza della madre), con una narrazione che sposta l'asse dalla classica storiella d'amore tormentata all'ossessione e all'autodistruzione.

    La sicura regia, quasi "americana", di Damiani non fa una grinza, per sfociare in meccanismi thriller (la spiegazione finale della moglie del pittore) che sveleranno il carattere gelido di Cecilia e il suo ruolo di "mantide", con riverberi quasi pre polanskiani (l'appartamento adiacente, il mistero che avvolge il vicino di pianerottolo, Dino che stà, lentamente, prendendo il posto di Balestrieri, come Trelkowski quello di Simon, le continue domande morbose di Dino a Cecilia di cosa faceva, o non faceva, con il pittore) e il pittore che sembra quasi la versione ante litteram del Buono Legnani di avatiana memoria.

    La Spaak che balla sulle note tormentone di Che mi importa del mondo, il momento in cui Dino scopre che Cecilia se la fa con altri uomini, le mezze verità, le bugie, i pedinamenti, Dino che porta Cecilia al ricevimento della grande villa della madre dove i comensali sono tutte vecchie cariatidi (di culto il freddo e spocchioso saluto della Davis alla Spaak, quando Dino gliela presenta), fino alla perdita della tresibonda del giovane, tra prostitute, notti romane e un impressionante schianto in macchina che pare anticipare il finale di Toby Dammit), l'inquietante dipinto (e si ritorna al Legnani) della Spaak nuda a cavalcioni del pittore che si dipinge come una specie di fiera antropomorfa.

    Tutti tasselli che Damiani mette insieme con rigore e realismo, dove la ninfetta della Spaak è la quintessenza della frivolezza e della crudeltà femminea, che passa da un'uomo all'altro con nonchalance e perfidia, portando, chi si innamora malauguratamente di lei, alla rovina (Cecilia non si affeziona a nessuno, nemmeno al padre morente), fino alla chiusa ambigua e sospesa, che ricorda, per certi versi, quella di Questa ragazza è di tutti (che potrebbe essere, anche, un ipotetico sottotitolo del suo personaggio).

    La Spaak che indossa, per quasi tutto il film le ballerine nere, che cambia con un paio di sandaletti, che l'amore lo vive come un gioco estremamente pericoloso, che non fa differenza se continui a frequentarla oppure no (Come vuoi tu, se vuoi che continuiamo, continuiamo, se vuoi che ci lasciamo, lasciamoci), e gli scatti di gelosia irosa di Dino, che arriva a umiliarsi e annientarsi, arrivando addirittura a pagare profumatamente la ragazza purchè stia con lui (la famosa e iconica sequenza della Spaak, sempre nuda, ricoperta di bigliettoni), la soddisfazione nel sorrisetto di Cecilia quando Dino la chiama due volte puttana.

    E' un Damiani in gran forma narrativa, per nulla datato e pervaso da una buona dose di cinismo.

    Stona un pò qualche steccata nel "buonismo" (la ricongiuzione con la madre), anche se, credo, non fosse facile portare sullo schermo il romanzo di Moravia.

    Perfetta la Davis, di sfuggente bellezza la Spaak, di gustosa porcaggine la Rocca e , chissà perchè. spesso, il Dino di Horst Buchholz mi rammentava il Jack Magner di Amityville Possession.

    Da antologia quando, in intimità, Dino spara ordini su ordini alla Spaak prima di accingersi a fare all'amore e la borsetta della madre regalata alla ragazza (per scaricarla), preludio di un malsano incantesimo d'amore che porterà il giovane oltre i confini dell'ossessione morbosa, della frenesia di possessione, sfociando nella psicopatologia.
    Ultima modifica: 6/08/20 13:53 da Buiomega71
  • Astrubale • 26/02/23 18:30
    Disoccupato - 3 interventi
    Buonasera a tutti. Innanzi tutto sono contento di poter far parte de Il Davinotti, una delle fonti più preziose per cercare e condividere informazioni. Spero di poter essere d'aiuto anche io.

    Ma il mio primo messaggio, e per cercare aiuto. :(
    In questo film, Micaela Dazzi è accreditata come prostituta, ma credo che non compaia, oppure ci sia un errore. La Dazzi appare anche in Una vita violenta, ma nessuna delle donne del film di Heusch e Rondi combacia con quelle de La noia.

    Grazie
  • B. Legnani • 26/02/23 19:09
    Pianificazione e progetti - 14946 interventi
    Astrubale ebbe a dire:
    Buonasera a tutti. Innanzi tutto sono contento di poter far parte de Il Davinotti, una delle fonti più preziose per cercare e condividere informazioni. Spero di poter essere d'aiuto anche io.

    Ma il mio primo messaggio, e per cercare aiuto. :(
    In questo film, Micaela Dazzi è accreditata come prostituta, ma credo che non compaia, oppure ci sia un errore. La Dazzi appare anche in Una vita violenta, ma nessuna delle donne del film di Heusch e Rondi combacia con quelle de La noia.

    Grazie

    Posso solo dirti che nel fim UNA VITA VIOLENTA la Dazzi è la ragazza salvata da Tommaso.
    Fonte: Il lungo respiro di Brunello Rondi, pagina 274
  • Astrubale • 26/02/23 21:31
    Disoccupato - 3 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Astrubale ebbe a dire:
    Buonasera a tutti. Innanzi tutto sono contento di poter far parte de Il Davinotti, una delle fonti più preziose per cercare e condividere informazioni. Spero di poter essere d'aiuto anche io.

    Ma il mio primo messaggio, e per cercare aiuto. :(
    In questo film, Micaela Dazzi è accreditata come prostituta, ma credo che non compaia, oppure ci sia un errore. La Dazzi appare anche in Una vita violenta, ma nessuna delle donne del film di Heusch e Rondi combacia con quelle de La noia.

    Grazie

    Posso solo dirti che nel fim UNA VITA VIOLENTA la Dazzi è la ragazza salvata da Tommaso.
    Fonte: Il lungo respiro di Brunello Rondi, pagina 274

    Ah! Questa è una splendida notizia, ti ringrazio. Quindi in ambedue i film ha interpretato una prostituta.