Discussioni su L'acchiappasogni - Film (2003)

DISCUSSIONE GENERALE

  • Schramm • 27/01/14 15:33
    Scrivano - 7539 interventi
    Greymouser ebbe a dire:
    Per quanto riguarda il finale dell'Acchiappasogni (sia libro che film) io le braccia me le sono riattaccate il giorno dopo ;)

    finito, finalmente. onestamente pensavo chissà che, credevo peggio. come finale non è così male, quello del consacrato IT lo ricordo molto più improponibile e tirato via. il problemissimo dell'acchiappasogni è lo squilibrio ritmico che bussa rumorosamente ogni 50-100 pagine. è un libro troppo adiposo, probabilmente troppo al di sotto delle ambizioni del re, sofferente d'aritmia (e diciamocelo, anche troppo fotocopia de le creature del buio). ma tutto considerato la storia non è affatto malvagia e quando parte in quarta, si tratta di momenti alti, di ottima narrativa. le prime 150 pagine poi, restano in vetta tra le migliori cose mai sfornate dal re.

    cell è di gran lunga peggiore, lisey di gran lunga più inutile.
    Ultima modifica: 27/01/14 15:35 da Schramm
  • Greymouser • 28/01/14 20:46
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Greymouser ebbe a dire:
    Per quanto riguarda il finale dell'Acchiappasogni (sia libro che film) io le braccia me le sono riattaccate il giorno dopo ;)

    finito, finalmente. onestamente pensavo chissà che, credevo peggio. come finale non è così male, quello del consacrato IT lo ricordo molto più improponibile e tirato via. il problemissimo dell'acchiappasogni è lo squilibrio ritmico che bussa rumorosamente ogni 50-100 pagine. è un libro troppo adiposo, probabilmente troppo al di sotto delle ambizioni del re, sofferente d'aritmia (e diciamocelo, anche troppo fotocopia de le creature del buio). ma tutto considerato la storia non è affatto malvagia e quando parte in quarta, si tratta di momenti alti, di ottima narrativa. le prime 150 pagine poi, restano in vetta tra le migliori cose mai sfornate dal re.

    cell è di gran lunga peggiore, lisey di gran lunga più inutile.


    Vedi, il problema dell'ultimo King sta tutto nel pregresso del lettore. Per chi non ha letto nulla del Re, o ha letto poco, anche gli ultimi romanzi possono sembrare non male. Ma per chi, come me, ha letto tutto dall'inizio (e non è poco, perchè il nostro è stato assai prolifico) non si può evitare una costante sensazione di deja-vu e di autocitazionismo esasperato: stessi personaggi, stessi schemi narrativi, stessi meccanismi psicologici (sempre più stereotipati). Insomma, parere soggettivo, King mi sembra diventato uno scrittore che scrive all'infinito lo stesso copione.
  • Daniela • 29/01/14 09:59
    Gran Burattinaio - 5888 interventi
    stesse sensazioni di Greymouser.., King è uno scrittore che ho molto frequentato nel periodo onnivoro della mia vita di lettrice ma che da qualche anno a questa parte, essendo dovuta forzatamente diventare molto più selettiva, ho accantonato perché le ultime letture non mi avevano più a dato le emozioni di un tempo.
    Può darsi che ciò sia dovuto ad un cambiamento dei gusti personali, ma anche io come Grey ho l'impressione che rimesti nello stesso pentolone. E, peggio ancora, questa ripetitità nei temi e negli schemi narrativi mi ha portato a leggere con occhi diversi anche cose che pure mi erano molto piaciute all'epoca. Un esempio: quella precisione nel citare le marche dei prodotti che fino a qualche anno fa mi sembrava un modo per rendere più concreta e "materiale" la scrittura, ora mi sembra un vezzo pesante, un manierismo spesso incongruo rispetto a quanto narrato.
    Sei un uomo in una situazione disperata, nell'arco di poche ore devi rievocare per scritto eventi tragici, e ti metti ad annotare di che marca era lo snack sgranocchiato da tuo figlio? Il racconto è "La nebbia" nella raccolta "Scheletri", da cui Darabond ha tratto The Mist, lo snack veniva sgranocchiato all'interno del supermercato assediato da mostri...
    Ultima modifica: 29/01/14 10:04 da Daniela
  • Rebis • 29/01/14 10:46
    Compilatore d’emergenza - 4391 interventi
    Condivido le impressioni di Gray e Daniela. Però bisogna dire che anche nel periodo d'oro c'era una netta distinzione tra opere di maniera, compilative e altre che viaggiavano ad alti livelli di scrittura ed emozione: senza scomodare gli esiti maggiori con i quali non c'è chiaramente confronto, una cosa era Le creature del buio e un'altra Pet Sematary, una cosa era L'incendiaria e un'altra Le notti di Salem. Sono tutti buoni libri, per carità, ma il King di maniera, che scrive un po' con il pilota automatico c'è sempre stato... e forse negli ultimi anni ha preso un po' troppo piede. L'ultimo suo romanzo che ho letto è stato La bambina che amava Tom Gordon, nulla che possa competere con cose tipo La zona morta o Misery ma quasi una boccata d'ossigeno rispetto all'infilata di romanzi modestissimi tipo: Cose preziose, Rose Madder, Insomnia, I vendicatori, Desperation. Poi, in ciascuno di questi singoli romanzi qualcosa da salvare c'è sempre, qualche momento in cui l'ispirazione si fa potente... ed è proprio grazie a questi sprazzi che continuo a pensare "I want to belive!" e ad azzannare il suo prossimo romanzo...
  • Schramm • 29/01/14 10:59
    Scrivano - 7539 interventi
    ragazzi, la critica che muovete a king circa il suo essere ripetitivo è applicabile a tutti gli scrittori, i registi, i pittori, i musicisti. tutti gli autori e gli artisti hanno sempre fatto e fanno SEMPRE la stessa cosa. anche quando sono animati da un polimorfismo esasperato che rende apparentemente differenti i lavori. anzi è soprattutto là che lo si nota. non si cambia, mai.

    c'è forse che ora si sa fin troppo bene cosa attendersi da lui, e come sia fatto questo cosa. ma in ogni caso è sempre capace di portarti dove non sai (leggere tutto è fatidico o al crepuscolo per credere)

    e poi non è nemmeno così vero che king è così infelicemente ripiegato su se stesso: avete avuto per le mani notte buia niente stelle, per dirne uno? è uno dei king più sopraffini di sempre. 22/11/63 ha una tenuta letteraria, narrativa, strutturale e descrittiva della madonna.

    @daniela, non solo nella vita reale durante gli avvenimenti drammatici o tragici è del tutto plausibile e possibile concentrarsi -per lo choc, ad esempio- su dettagli incongrui (e son dettagli che tanto più naturalmente riaffiorano nella narrazione), ma non capisco tecnicamente parlando il tuo revisionismo critico: parli di un racconto molto vecchio, di quelli appartenenti a un'epoca in cui simili espedienti, dany dixit, "erano un modo per rendere più concreta la scrittura". come possono ora, a posteriori, lo stile e l'approccio narrativo di allora essere di maniera, pedissequi, ricalcati? mi sembra paradossale. soprattutto, come tu stessa noti, è più una tua personale stanchezza che un problema dell'opera...
    Ultima modifica: 29/01/14 11:00 da Schramm
  • Daniela • 29/01/14 12:09
    Gran Burattinaio - 5888 interventi
    Si Schramm, è possibile che sia un problema di stanchezza,oppure una di quelle crisi di rigetto, tipo quella che provo adesso alla vista di un kiwi dopo averne mangiati a quintali. Ma adesso, col senno di poi (col discutibilissimo senno di poi), noto cose che allora, alla prima lettura, non avevo notato, presa com'ero dall'oggetto del racconto.
    Per tornare all'esempio, è vero, come osservi, che "non solo nella vita reale durante gli avvenimenti drammatici o tragici è del tutto plausibile e possibile concentrarsi -per lo choc, ad esempio- su dettagli incongrui". Un dettaglio incongruo certo ci sta, come l'indicazione della marca può essere una nota di realismo, ma se in qualsiasi circostanza un personaggio non può bere una birra o fare uno spuntino senza che il lettore vengo edotto delle sue preferenze commerciali, beh questa cosa la avverto (ora, lo ammetto, non allora) come vezzo "marchio di fabbrica", modo per allungare il brodo.
    Succede in Misery? Forse si, ma manco me ne accorgo. Succede in Rose Madder? Uff, cavolo, qui non si finisce mai...
  • Schramm • 30/01/14 10:49
    Scrivano - 7539 interventi
    non so, andando a memoria a me non pare che king si dilunghi ellisianamente su marche e modelli di cibi e vestiari mangiati e indossati da ogni personaggio, dilungandosi gratuitamente in paragrafi su paragrafi fino allo stremo della sopportazione di chi legge. tutto sommato indicare una marca di birra o di scarpe al massimo gli prende un rigo e mezzo. in tal senso la mena molto più con le strofe delle canzoni, che spesso da epigrafe sembrano diventare l'anima di tutto il libro.
    certamente non è una marca di snack, a lettura terminata, che mi rimane dentro di un suo lavoro. a meno che non siano dettagli che determinano una situazione o un carattere. in un romanzo come ossessione (per me il miglior king di sempre), poi, i ritz col formaggio diventano addirittura funzionali all'inquadratura patologica del protagonista.

    comunque se è vero che due tre suoi libri dell'ultima cordata son sbagliati, è altresì vero che andrebbero anche considerati alla luce del nefasto incidente avuto. il che non li trasforma in ottimi romanzi, per carità, restano deboli o brutti, ma comunque coraggiosi e nemmeno così malvagi per chi affronta king la prima volta (e solo per aver continuato a scaldare i motori a onta di questo, beh, onore al merito..!!)
    Ultima modifica: 30/01/14 10:51 da Schramm