Discussioni su Il sol dell'avvenire - Film (2023)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Il ferrini • 30/04/23 14:12
    Segretario - 97 interventi
    A caldo. 
    Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar.
    A conquistare la rossa primavera, dove sorge il sol dell'avvenir. 
    È di nuovo così: fuori c'è la tempesta e noi siamo malconci, però combattere è necessario. Anche quando tutto intorno, perfino la tua famiglia, sembra dirti che sei tu quello sbagliato, quello "faticoso". Ma nessuno ha mai detto che la felicità sia una condizione facile da raggiungere, c'è da lavorare e stare attenti a non confonderla con il successo, anche se "i nostri prodotti sono visti in 190 paesi". Nanni Moretti è un genio, lo sappiamo, e sappiamo anche che a guardarlo ci andrà solo chi non ne ha bisogno, chi non ha bisogno di un "turning point" dopo due minuti e soprattutto del momento "what a fu*k", perché quella frase la dirà uscendo dal cinema, guardandosi attorno, fra cartoni di pizza e oggettistica per massaggi. Ed è bello sapere che Nanni c'è, che resta lì, da solo a giocare a pallone mentre tutti se ne vanno e poi si siede a rifiatare su una panchina, davanti al tendone di un circo ormai vuoto, che è il cinema. Ma soprattutto è bello quando si toglie il cappio dal collo e decide che non è quello il finale, che finché siamo vivi c'è una rivoluzione da fare, lasciare Lenin e strappare Stalin dal muro, schierarsi contro l'egemonia di un partito che ormai è solo l'ombra di se stesso e mettersi davvero dalla parte degli oppressi, gli ungheresi del '56, forse oggi i palestinesi, mentre qualcuno ragiona di armocromia nell'abbigliamento di un leader politico, e dunque di un'estetica che smarrisce l'etica, come la si perde in un'esecuzione con la pistola, fine a se stessa. Non è la rappresentazione della violenza ad essere sbagliata, ma l'assenza di un linguaggio che la trasfiguri. "No, non ce lo voglio il primo piano di Togliatti". Perché non è vero che la Storia non si fa con i "se". Anzi, è vero l'esatto opposto. È un film d'amore? No, casomai "sull'amore" ma i baci no, quelli non c'entrano niente, perché volete sempre infilarli dappertutto? Così come i compromessi. Il regista ferma il ciak: "Voi due state discutendo, siete lontani, uno vuole seguire il partito, l'altra no." È un film sovversivo? "Beh, adesso non esagerare", risponde Nanni Moretti al produttore mentre fa un sopralluogo col monopattino, chiaro sostituto della storica vespa. Eppure sovversivo in qualche modo lo è, perché sovverte le regole della narrazione, mischia piani temporali, introduce fiammate di musical quando non è assolutamente il momento di farlo, eppure la cosa ci rende felici, ci riempie il cuore ed è quello che deve fare un film. 
  • Caesars • 24/05/23 09:30
    Scrivano - 16812 interventi
    Non certo casuale il nome del circo ungherese: Budavari (ex grande giocatore di pallanuoto, sport amato e praticato anche da Moretti)