Buiomega71 • 19/07/25 09:48
Consigliere - 27455 interventiDu Welz perde in visceralità ferina ma acquista in poesia e tenera lucida follia, nella
morte che corre sul fiume, intriso di umori folli
femminei di
serafiniana memoria, nell'amore per l'ornitologia, nei meandri di un bosco insidioso e cupamente fatato (i riverberi di
Vinyan), come nella suggestiva e tenebrosa entrata nel tunnel acquoso, dove gli incubi (Gloria tramutata in un'inquietate bambola di simil pezza) si mescolano con la straordinaria bellezza di una natura selvaggia e "protettrice", in un profondo e sensibile racconto di formazione e dissenatezza.
Una rovinosa caduta dalla balaustra che ricorda l'intro di
Un bacio prima di morire, poi la fuga d'amore e adorazione, che assume i tratti di un survivor movie intinto nell'amour fou, con le improvvise e stranianti esplosioni di pazzia di Gloria (straordinaria Fantine Harduin) che, bugiarda cronica, appicca incendi, presa da una schizofrenia violenta che sfocia nella paranoia più assurda e surreale (le galline spia mandate dallo zio della ragazza), adorata, senza reticenze, dal sensibilissimo Paul.
Il gioco dei calzini puzzolenti (la fissa di du Welz per l'odore dei piedi), una masturbazione che crea imbarazzo al giovane Paul, il breve viaggio in treno, l'ospitale coppia di olandesi, il lago limaccioso, fino all'accoglienza nella dimora del buon Hinkel, dove Gloria perderà completamente la ragione sotto una pioggia torrenziale.
Un du Welz che, seppur mantenendo la sua vena autoriale ben riconoscibile, elimina la violenza sanguinaria e la perversione dell'animo umano, raccontando con tocchi poetici notevoli, una struggente ballata d'amor adolescenziale tanto semplice quanto sincera e abbagliata da sprazzi di gran cinema, arrivando ad una chiusa sospesa con la promessa di un eterno amore malato.
Meravigliosa la fotografia di Manuel Dacosse e la OST potentissima di Vincent Cahay.
Schramm
Marmotta
Herrkinski, Bubobubo, Cotola, Daniela, Buiomega71