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Discussioni su [1.07] Fear itself: La comunità - Corto (2008)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Mco • 27/12/12 18:54
    Risorse umane - 9980 interventi
    Titolo italiano (da Cielo/Sky): La Comunità.
  • Buiomega71 • 28/12/16 10:32
    Consigliere - 27126 interventi
    Una giovane coppia vuole avere un figlio. Per far sì che la futura mamma viva in un clima di sereno concepimento, entrano nella "comunità", un posto all'apparenza idilliaco, una specie di quartiere dove vigono serenità e amore per il prossimo. Ma quando c'è troppa tranquillità, sotto, c'è sempre il marcio. Non tutto e come potrebbe sembrare e una volta entrati nella "comunità" e aver stipulato il contratto, non si può più uscirne e i due sposini lo scopriranno a caro prezzo...

    Finalmente anche Mary Harron dà alla luce qualcosa di veramente buono (dopo la cocente delusione di American Psycho e quella fetecchia di The Month Diaries), sorprendendo con un racconto che ha sapori della Fabbrica delle mogli (tutte belle le ragazze, troppo sorridenti i vicini di casa, tutto troppo perfetto quì), vira in complotti e cospirazioni polanskiane, con derive alla 436-La profezia, controllo totalitario stile "grande fratello" della SF anni '70 (non potevo non pensare a L'uomo che fuggì dal futuro o alla Fuga di Logan) e un prefinale che sembra la nuova Invasione degli ultracorpi.

    Televisioni a circuito chiuso, telecamere ovunque (Bobby, ad un certo punto, comincia a fare zapping, ma si accorge che la tv non trasmette i soliti programmi, ma qualcosa di ben più inquietante) e la regista canadese fà montare implacabile la tensione e dà un senso di angoscia davvero opprimente

    Tocchi e umori femminili (la maternità, la casta gerarchica fatta solo di donne-Barbara Tyson e gelida e terrifica in questo senso, e spesso assume i tratti somatici della stessa regista, e qualcosa vorrà pur dire-), gli uomini usati come fuchi fecondatori, "lapidazioni" dell'adultera sulla pubblica piazza, che indossa una maschera di maiale, che ha tutto il sentore di un rito pagano alla The Wicker Man, chi sà o vuol parlare viene eliminato alla stregua degli omicidi funesti di un The Omen (investita dall'auto sulla strada: era ubriaca o cercava il suicidio)

    Agghiacciante la chiusa finale (le gambe amputate) e il rito di passaggio (eliminata l'ape regina, la sostituisce subito un'altra-indovina chi?- che porta avanti il ferreo matriarcato della comunità) e beffardo e inaspettato

    La Harron si porta a casa un buono in pagella, per un episodio davvero degno di nota (che sembra uscito da un racconto di Ira Levin) e che insinua il male sotto pelle (per una serie che a differenza dei Masters-lì qualche monopalla fioccava-mi stà dando buone soddisfazioni) lasciando un senso di smarrimento e di inquietudine non indifferente.

    Da segnalare il BELLISSIMO commento musicale Lie Lie Lie composto da Serj Tankian, che apre la serie e ti entra subito in testa.
    Ultima modifica: 28/12/16 11:35 da Buiomega71